Milano: dormitorio rifiuta senzatetto italiani, solo migranti

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Milano non è una città per senzatetto italiani, ancora peggio se hai superato i 65 anni e non sei albanese

Comune e varie associazioni a pagamento hanno dato assistenza a oltre 90.000 clandestini, riforniti e coccolati a Milano negli ultimi due anni, 35mila da luglio. Dall’apertura dell’hub alle spalle della stazione Centrale negli spazi messi a disposizione da Grandi Stazioni (cioè a spese dei cittaidni) lo scorso luglio, la famigerata Terre des hommes ha potuto fornire al centro gestito da Fondazione Progetto Arca oltre 5mila kit igienico-sanitari, giochi e cibo distribuiti ai finti profughi che passano dal capoluogo lombardo. Ad Ikea è stato affidato il riarredo di tutti i locali, compreso lo spazio docce inaugurato un paio di mesi fa.

Intanto però, se sei un italiano senza casa, che ha perso il lavoro o è stato esodato dal PD, dormi all’aperto. Senza spazi arredati da Ikea.
Se ad esempio vuoi dormire dai frati di via Saponaro o nel dormitorio pubblico del Comune, devi pagare 50 euro al mese. Sempre che tu non abbia più di 65 anni, perché in quel caso sei fuori. A meno che tu non sia albanese, perché in quel caso puoi entrare. Il motivo? Il centro dei frati è gestito da albanesi.
La gestione dell’accoglienza degli ospiti è possibile anche ‘grazie’ ai soldi di alcune fondazioni bancarie e dipende dai ‘fratelli di San Francesco’:

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La mensa di via Saponaro 40, venne ufficialmente aperta nel 2007 dopo importanti lavori di ristrutturazione. Nel 2009, gli spazi mensa furono rinnovati e studiati per rendere ancora più accogliente la permanenza degli utenti; nel dicembre dello stesso anno, alla presenza dell’Assessore Mariolina Moioli, venne ufficialmente inaugurata. Nel 2010 terminarono anche i lavori di ristrutturazione del Centro – resi possibili grazie al contributo di Fondazione Cariplo – con la valorizzazione del sottotetto ( spazio nel quale sono state ricavate ulteriori camere per gli ospiti, ognuna con bagno e doccia privato, rinnovo delle camere del piano terra e del primo piano, che ora accolgono max 6 – 8 persone, creazione di nuovi spazi/uffici (per figure professionali interne quali l’Assistente Sociale, la psicologa, un consulente esterno per i richiedenti asilo politico, nonché il Direttore della Casa), una lavanderia esterna per il lavaggio dei capi e della biancheria degli ospiti, oltre a due lavatrici a gettoni per gli ospiti, una reception interna e una camera per l’operatore notturno con un sistema di video sorveglianza.Per ogni ospite viene studiato un percorso che possa aiutarlo a reinserirsi nel tessuto sociale, collaborando anche con gli uffici del segretariato sociale di via Bertoni 9.

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Nel 2013 è stato rinnovato l’arredo delle camere, i letti a castello sono stati sostituiti con letti singoli, ciascuno dotato di separè per garantire una certa privacy agli ospiti, oltre ad aver utilizzato materiali speciali per le pareti che possono essere facilmente lavate ed igienizzate. Tutto ciò è stato reso possibile grazie al prezioso contributo di Fondazione Banca del Monte di Lombardia e grazie ad altri partner e fornitori come Ceppi Arredamenti snc.

Nel periodo, 01/04/2014-14/11/2014, la gestione dell’accoglienza degli ospiti è stata realizzata grazie ad un contributo territoriale della Fondazione Cariplo che ha fornito una parziale copertura delle spese di gestione del servizio.