La presa di coscienza che c’è “almeno un 20% di alunni stranieri nelle nostre classi”. La convinzione, per cultura personale, “che non sia pensabile creare uno spazio di neutralità”. E l’idea, ragionata e convinta, di istituire “una festa musulmana da celebrare nelle scuole milanesi”.
E’ l’ennesima folle uscita dell’imam dell’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, quello che magna coi profughi islamici mentre gli italiani muoiono al freddo.
Follia affidata al giornalista Gianni Riotta, il vuoto cosmico deve essersi interrogato mentre i due condividevano il medesimo spazio: “Una società plurale deve essere il più possibile inclusiva, ma non può rinunciare al simbolo se no perde forza comunicativa – ha spiegato Scola, dicendosi contrario all’assenza dei presepi nelle scuole – Critico la laicità alla francese: non è pensabile creare uno spazio di neutralità, in cui tutti facciano un passo indietro sul tema delle religioni”.
“Piuttosto – ha auspicato l’arcivescovo – ciascuno si narri e si lasci narrare. Se aumentano i bambini musulmani, bisogna prendere qualcuna delle loro feste ed inserirle nella dimensione pubblica”. La soluzione è semplice: non devono aumentare i ‘bambini’ islamici. Anzi, devono diminuire. Che avete capito, basta che tornino a casa loro.