“Non si deve togliere il presepio ma semmai prendere una loro festa e inserirla nella dimensione pubblica”. E’ l’ultima putt idea del cardinale Angelo Scola, all’incontro sul tema “Comunicazione e misericordia”, nel tradizionale appuntamento con la stampa per la ricorrenza di San Francesco di Sales, interpellato sulla questione del rispetto dei “simboli” cristiani in rapporto alla presenza di fedeli di altre religioni.anata
“La ragione del simbolo – ha detto – è la ragione della comunicazione interpersonale. Il suo significato profondo è la sua interpersonalità, ha un valore centrale. Se una società rinuncia a un simbolo, per scelte sbagliate, o perché costretta da un autoritarismo o perché lo delimita per ragioni di sicurezza, perde qualcosa perché perde forza comunicativa, perde interpersonalità”, invece “una società plurale deve essere il più possibile inclusiva”.

Ad esempio, per quanto riguarda la creazione di moschee, “bisogna chiedersi qual è la domanda, chi la pone, come vuole la mosche e cosa ci vuol fare, se la moschea rispetta anche urbanisticamente la storia di una città cristiana. Sono tutte condizioni da vagliare ma per il resto una società inclusiva non può pretendere che la legge risolva la questione del mio e nostro giocarci di persona in un rapporto aperto e finanche misericordioso, nel difficile equilibrio fra misericordia e giustizia che va costruito di volta in volta”. Per Scola “i simboli, se ben interpretati, e con l’elemento sicurezza calcolato, devono favorire il dialogo religioso” perchè “con i simboli si dà carne alla propria convinzione”. Così “l’elemento sicurezza va trattato con cura ma una società plurale deve essere ancora più inclusiva”.
Qualcuno disse SI SI, NO NO, i suoi discepoli lo hanno dimenticato. Ma almeno Pietro aspettò che il gallo cantasse un paio di volte, gli attuali nemmeno lo fanno iniziare.
Pluralità significa negazione del sé. Annacquare inserendo feste islamiche è come negare se stessi e la propria fede.