Andrea che vive da 8 anni per strada, perché è Italiano

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INCREDIBILE LA DENUNCIA CHE ARRIVA DA UN GIORNALE LOCALE DI BIELLA
“E’ ora di essere civili”, propone agli italiani ed ai biellesi, proprio in questi giorni, il Partito Democratico: è ora di essere civili con le “risorse”, i richiedenti asilo, gli pseudo profughi, che da ormai quasi un anno, stanno invadendo il nostro Territorio, per vivere paciosamente, sulle spalle di chi lavora e alla faccia di chi, invece, il lavoro non ce l’ha.

E’ ora di essere civili, perché così cooperative e onlus, dopo essersi trasformate magicamente in spa, possono continuare ad intascare e gestire milioni di euro. E quindi, non si può essere civili proprio con tutti: i poveri italiani, non portano in dote contributi, costano e non c’è ritorno. I poveri italiani, non sono un buon business.

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Lo dimostra la storia che Andrea Gaida, l’altro giorno, ha quasi sussurrato, con vergogna, alle orecchie degli attivisti di “Difesa Sociale” e “Destre Unite”, che stavano raccogliendo firme agli Zumaglini: “La vicenda di quest’uomo – racconta infatti Ivan Brunetti – è indicativa, della scelte sbagliate compiute dalla politica locale negli ultimi anni. Faceva la guardia giurata, viveva tranquillamente; poi, nel giro di pochi mesi, ha perso prima il lavoro e poi la casa. Ha dormito per alcuni giorni agli Zumaglini e poi ha iniziato a frequentare il dormitorio di Biella, ma ad un certo punto, per lui non c’è più stato posto: il suo letto, lo hanno dato ad uno straniero e lui, ancora oggi, vive a Sandigliano, il suo paese di residenza, in una roulotte messa a disposizione da una associazione di volontariato…”.

Di fronti agli occhi bassi di questo uomo, di questo biellese che ha sempre lavorato, la manifestazione del Pd che si svolge a poche decine di metri di distanza, è un’offesa incancellabile, una pugnalata al cuore di questo Territorio, già ridotto in fin di vita dagli errori della politica e dell’industria.
“E’ dal 2008 – conclude Brunetti – che Andrea vive in queste condizioni. Ed è chiaro, che il suo caso, si è perso in mezzo alla burocrazia: se lo sono dimenticato e lui, per dignità, non si è mai lamentato. Adesso, ci penseremo noi di Difesa Sociale e gli amici di Destre Unite, a parlare con il sindaco di Sandigliano, per fare in modo che questa triste vicenda, si chiuda nella maniera migliore”.