Arrivano i profughi nel quartiere: negozi chiudono e passanti cambiano strada

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«Da quando sono arrivati qui si lavora meno. La gente è intimorita». Parla Matteo Bottene, titolare della vicina stazione di servizio, è uno dei commercianti di via Medici preoccupati, perché da quando sono arrivati i profughi – in realtà un gruppo di fancazzisti africani maschi e giovani – all’hotel Adele, la gente diserta i negozi.

La domenica infatti, i finti profughi si piazzano a gozzovigliare sul piazzale dell’area di servizio. Così, molti automobilisti, invece di fare benzina al self service, preferiscono tirare dritto e andare alla ricerca di un altro distributore. E hanno ragione.

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«A me non danno fastidio, però il lavoro è calato – dice timoroso di apparire ‘rassista’ Giulio Bassan, gestore di un negozio di abbigliamento di fronte all’hotel dei profughi -. Il fruttivendolo che c’era più avanti ha chiuso l’attività. In più qualcuno che percorreva la via abitualmente per una passeggiata ora preferisce seguire altri itinerari, facendo un giro più largo».

E’ così che un albergatore affarista, con la complicità di sindaco, governo e coppette varie, distrugge un intero quartiere.