Trieste invasa dai clandestini: “Cagano nelle aiuole, sembra il terzo mondo”

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TRIESTE – Da diversi giorni, di fronte alla sede dell’Inps, c’è un accampamento di clandestini tra le scalinate e i sottoscala dell’edificio che un tempo ospitava la direzione regionale delle Poste e più tardi alcuni dipartimenti dell’Università. E’ il tam tam diffuso da Serracchiani.

Pantaloni, maglie, indumenti appesi, altri messi ad asciugare o gettati a terra. E poi borsoni pieni di immondizie, cartoni, cartacce, avanzi di pasti preconfezionati, bottiglie.

L’edificio è di proprietà di Bnp Paribas: «Abbiamo paura a rientrare la notte – diconoi residenti – paghiamo canoni di locazione da capogiro, come per un appartamento in centro, e ci ritroviamo i rifugiati accampati come bestie sotto casa». «Non sono italiani quelli che si sono sistemati in quelle condizioni – assicura la figlia di una donna ospitata nella casa di riposo sistemata al civico 13 di via Udine – li ho visti pochi pomeriggi fa fare i loro bisogni nelle aiuole».

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«Escludo vi siano richiedenti asilo politico che dormono in quella struttura», millante Gianfranco Schiavone, presidente dell’Ics, il Consorzio italiano di solidarietà. «Potrebbe invece trattarsi di richiedenti che passano lì, magari assieme ad altre persone senzatetto, alcune ore della giornata. Noi sconsigliamo loro simili atteggiamenti ma non possiamo garantire che seguano il consiglio». Ma infatti, passano lì qualche ora a cagare nelle aiuole.

«Ma lo scempio continua – insistono gli inquilini, come pure i dipendenti degli uffici dell’Inps – e sembra di vivere nel terzo mondo».

E insieme a profughi e clandestini anche prostitute e trans che svolgono lì, il loro ‘lavoro’.




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