Forse il Piemonte si libererà presto di Chiamparino, il firmaiolo

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Il countdown segna meno cinque giorni all’udienza del Consiglio di Stato che deve pronunciarsi sul ricorso presentato dall’ex consigliera provinciale della Lega Patrizia Borgarello contro la sentenza del Tar del Piemonte che di fatto ha (per ora) salvato la legislatura regionale di Sergio Chiamparino. I magistrati amministrativi, infatti, avevano deciso di procedere solo per una delle quattro liste pro-Chiamparino contestate dall’esponente del Carroccio, quella del Pd della provincia di Torino. La quale, se alla fine dei giochi venisse cancellata, costerebbe al massimo la poltrona a otto consiglieri, sia pure di spicco come lo stesso segretario regionale dei democratici Davide Gariglio, il presidente del consiglio regionale Mauro Laus e l’assessore Gianna Pentenero. E se, appunto, fosse solo una questione di numeri, la maggioranza sulla carta resterebbe tale, pur risicata e politicamente ammaccata. Ma per i ricorrenti non è solo questione di numeri e la partita potrebbe riaprirsi coinvolgendo il complesso della procedura elettorale, a partire dalla regolarità del listino del presidente, a cui sono indissolubilmente legati i destini di tutte le formazioni della coalizione. E le vene dei polsi a qualcuno incominciano a tremare.

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Non sarà, tuttavia, giovedì prossimo il giorno in cui presidente, assessori e consiglieri (insieme alle segreterie dei partiti di maggioranza, e forse pure qualcuno di opposizione) potranno tirare un sospiro di sollievo o, nel caso vada male per loro, prepararsi a una tornata elettorale straordinaria, così come più volte annunciato dallo stesso Chiamparino, per nulla intenzionato a restare sulla graticola in attesa della conclusione dell’iter giudiziario. Bisognerà, infatti, aspettare un po’ di tempo: “Tendo a supporre che si tratterà di giorni e non di mesi” dice il professor Francesco Saverio Marini, il cassazionista romano (figlio del professor Annibale, presidente emerito della Corte Costituzionale e già componente del Csm) cui la Borgarello si è affidata dopo la decisione del Tar. Decisione impugnata dinanzi ai giudici di Palazzo Spada al quale Marini, insieme al collega Ulisse Corea, ha depositato nei giorni scorsi un’ulteriore memoria in cui oltre a replicare alle tesi sostenute dai legali della Regione e contestare la decisione dei magistrati amministrativi del Piemonte viene preannunciato, in caso di rigetto, il ricorso alla Corte europea di Strasburgo “affinché venga assicurato il principio dell’equo processo e l’effettività della tutela giurisdizionale in favore della signora Borgarello”.

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