Appoggio elettorale e finanziamenti in cambio di uno svincolo autostradale. Lui è Nicola Caputo, Partito Democratico, all’epoca consigliere Regionale in Campania e attualmente Europarlamentare.
Secondo l’accusa il Consigliere Regionale avrebbe lavorato in modo pervicace per fare ottenere ad un gruppo di imprenditori a lui molto vicini – che in cambio lo hanno finanziato con almeno 100 mila euro – la concessione per realizzare uno svincolo autostradale sulla strada statale Nola-Villa Literno.
E’ quello che il PD fa quotidianamente con le coop con i bandi delle prefetture sull’accoglienza profughi, del resto. E nessuno indaga.
L’indagine su Caputo nasce da uno stralcio dell’indagine sul Comune di Villa di Briano. Secondo le investigazioni dei carabinieri le attività dell’amministrazione del Pd a Villa di Briano erano nelle mani della fazione del clan dei Casalesi guidata dal boss Antonio Iovine ‘o Ninno. Il sindaco Dionigi Magliulo era solo uno strumento nelle mani del fratelli Nicola, funzionario dell’ufficio tecnico, arrestato a luglio con accuse di associazione camorristica.
Accusato, in sostanza, di essere “l’uomo dei Casalesi nel PD”.
A mettere nei guai Caputo alcune intercettazioni nelle quali due emissari del clan accennano a un patto politico: 100 mila euro dai Magliulo per la campagna elettorale di Caputo alle regionali del 2010 in cambio di un intervento in Regione per assicurare i fondi per la realizzazione dello svincolo sulla statale Nola-Villa Literno.
Caputo, tramite alcuni organi di stampa, ha subito preso le distanze da questa situazione, ritenendosi indignato per le accuse ricevute e assolutamente estraneo ai fatti a lui contestatigli, dando anche immediato mandato ai proprio legali di difendere la propria verità, offrendosi di parlare con il Pm quanto prima, cosicché possa esprimere il proprio punto di vista.
Scusate il ritardo con il quale pubblichiamo questa notizia, ma il PD ha troppi indagati per poter stare dietro a tutti.