Il paesino dove i profughi superano i residenti: Renzi sperimenta la sostituzione etnica

Vox
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LUSEVERA – Più profughi, finti, che residenti. E’ l’esperimento di Renzi a Musi di Lusevera, piccolo paesino arroccato tra le prealpi Giulie, dove da ieri il numero dei richiedenti asilo supera quello dei cittadini italiani. Un chiaro assaggio di quello che Renzi ha in serbo per noi tutti.

Musi, infatti, è formato dai micro-borghi borghi di Tanataviele e Simaz. Tanataviele ha sei abitanti, Simaz uno. Ora, nel primo di sono 8 profughi: non fatevi trarre in inganno dai piccoli numeri, quello che conta è la proporzione e l’ideologia di sostituzione etnica che la sottende: perché mai, sennò, piazzare 8 fancazzisti in due borghi così?

I richiedenti asilo sono ospitati in un edificio, piuttosto ampio, che sorge proprio nel centro di Tanataviele, perché l’occupazione deve essere la più visibile possibile, come al tempo delle guerre, quando gli eserciti prendono possesso del centro città, lì piazzano il loro quartier generale.

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Sono di nazionalità pakistana e afghana, il più “vecchio” ha 28 anni mentre il più giovane ne ha una ventina. Sono tutti maschi, tra loro non vi sono minorenni. I richiedenti asilo provengono da Udine, dove erano alloggiati all’interno di un’altra struttura, un appartamento. Sempre a spese nostre.

La struttura era gestita dalla cooperativa “Il mosaico”, che ha in carico diversi richiedenti asilo. Il periodo di permanenza prevedibile per gli otto migranti nel piccolo borgo di Musi è ancora di una decina o quindicina di giorni, poiché in totale si parlava di una ventina di giorni a decorrere dal primo gennaio: sono in vacanza. Un esperimento.

Vedronza, una frazione più a valle, ospita almeno una quindicina di africani, in un albergo.