Colonia: l’ordine era di nascondere l’identità degli stupratori

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La violenza di massa contro le donne bianche nella festa di Capodanno, “esplode” in ritardo. Ma esplode. Il muro della censura è stato abbattuto. Non sono serviti i silenzi, le smentite e le marchette dei blog di regime.

Ieri la polizia federale ha confermato l’identificazione di 31 aggressori tra cui 18 richiedenti asilo e 13 migranti. Si tratta di 9 algerini, 8 marocchini, 4 siriani, 5 iraniani, un iracheno, un serbo e un cittadino ‘americano’.

Il ministro dell’interno Thomas de Maizière (Cdu), in attesa di Merkel, licenzia il capo della polizia di Colonia Wolfgang Albers, che va in pensione anticipata.

Albers ha mentito? La sindaco Henriette Reker sapeve che gli stupratori erano migranti e profughi quando giorni dopo ha negato l’eventualità? Le denunce contro gli immigrati sono state volutamente nascoste?

Il sindaco Reker, la fanatica accoltellata da un ‘cattivo tedesco’ prima delle elezioni, ha da subito negato il coinvolgimento di richiedenti asilo: «Era stata informata del contrario?» si chiede ora la stampa.

Perché un rapporto preciso e circostanziato affiora solo una settimana dopo? Perché hanno tentato in tutti i modi di nascondere una verità che mina alle fondamenta la loro idiota politica di accoglienza.

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Eppure i video on line lasciavano zero margini sul “branco” in azione prima con i petardi e poi con le violenze. Sono servite una raffica di denunce e le bordate dei media indipendenti (Vox il primo a riportare la notizia in Italia) per abbattere il muro della censura.

Ancora il 5 gennaio Albers diceva: «Non sappiamo chi siano i responsabili delle violenze». E invece lo sapeva. Lo sapevano tutti. C’erano già decine di denunce delle donne.

Non solo. Il 2 gennaio il rapporto dagli agenti sul campo indicava 71 segnalazioni, 11 fermi e 4 arresti.

Le pattuglie riportavano fermi di delinquenti di origine siriana, irachena, afghana e tutti residenti in Germania da poco tempo: profughi. Le stesse pattuglie parlavano di “persone senza documenti”.

Secondo Arnold Plickert, leader del sindacato di polizia del Land di Colonia «ci sono stati sicuramente rifugiati tra i colpevoli».

E ieri l’ultima bomba: un documento su carta intestata dell’ospedale di Colonia con una «clausola di riservatezza» sui fatti di Capodanno. E’ falso dicono alcuni. Gli stupri no.

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