Lavori in corso a Rapallo e Cogorno per accogliere i finti profughi. I due Comuni, però, non sono i soli i territori della diocesi di Chiavari ad aver aderito all’appello del vescovo diocesano, monsignor Alberto Tanasini. Anche parrocchie di altri centri e qualche privato stanno cercando di fiondarsi nel business lucroso dell’accoglienza per una ventina di giovani maschi africani da accogliere. A Rapallo è un istituto religioso ad aver offerto una porzione di struttura non utilizzata, ma da ristrutturare.
Ristrutturano con i soldi dell’8 per mille, e poi affittano ospitando gli africani e prendendosi altri soldi dai contribuenti. I vescovi hanno messo su un business niente male in tutta Italia. Seguaci di Giuda, non di Gesù.
A Cogorno si sta approntando un alloggio. I responsabili diocesani dell’accoglienza, però, vogliono mantenere il massimo riserbo sulle località individuate perché la popolazione non deve sapere, potrebbe opporti.
«In questa fase è determinante la discrezione – precisa prete Rinaldo Rocca, presidente del Villaggio del ragazzo – Non abbiamo firmato i protocolli d’intesa e non vorremmo danneggiare un progetto al quale siamo molto legati. I lavori in corso stanno procedendo».
Amano circondarsi di ‘ragazzi’.
Rocca ricorda con dolore le proteste con cui la val Graveglia ha accolto la notizia di un possibile arrivo di profughi e spiega che le donne nigeriane ospiti dalla scorsa estate della struttura Costa Zenoglio del Villaggio, a Castiglione Chiavarese, si stanno lentamente integrando.