Famiglia italiana senza casa rifiutata da hotel profughi: “Voi dovete pagare”

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“Se fossimo profughi almeno avremmo un tetto…”

Cristina, Fulvio e la figlia di 16 anni abitano a Roncadelle, paesino in provincia di Brescia, e sono costretti a vivere in un camper in prestito, dopo la perdita del lavoro e della casa.

I centri di accoglienza li hanno rifiutati: sono italiani. “Ci hanno detto che se volevamo un letto avremmo dovuto pagare”.

“Un amico ci ha prestato un camper ma lo usiamo solo a motore spento perché non abbiamo soldi per la benzina e quindi non c’è il riscaldamento”.

La storia è esplicativa di quello che sta accadendo in tutta Italia. La famiglia, dopo la perdite del lavoro e lo sfratto è andata in un hotel di Brescia che ospita, a spese dei contribuenti, giovani fancazzisti africani raccattati in Libia da Renzi.

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Ma l’albergatore non fa la carità, prende 35 euro a botta per ogni finto profugo. quindi non è disposto ad accogliere italiani: “Visto che ci hanno detto che le case popolari erano destinate a extracomunitari in lista di attesa da tempo – raccontano Cristina e Fulvio – ci siamo presentati davanti all’albergo dei profughi avanzando la richiesta di assistenza. Abbiamo solo chiesto ospitalità con nostra figlia”.

“A differenza degli stranieri – spiegano i coniugi – non abbiamo avuto sostegno, cacciati perché se volevamo la camera dovevamo pagarla come tutti gli altri, profughi esclusi”.

“In Comune – spiega la donna – ci hanno detto di fare affidamento alla struttura dei senza tetto di Brescia. Ma noi oggi siamo una famiglia che un tetto l’aveva. Oggi non siamo in grado di pagare neppure la caparra per affittare un appartamento e dalla chiesa non abbiamo avuto nulla a parte la promessa di preghiere”.

Posted by Giorgia Meloni on Giovedì 7 gennaio 2016