Salvador: 6.657 omicidi, 1 ogni ora

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Nel 2015 almeno 6.657 persone sono state uccise nel Salvador, il che equivale a una media di 104 morti violente ogni 100 mila abitanti, un record storico che conferma il piccolo Paese centroamericano ai posti più alti nella classifica delle nazioni più violente del mondo, forse al primo, secondo cifre diffuse dal direttore della polizia salvadoregna, secondo cui nel 2015 si è registrata una media di 18 omicidi al giorno. Quasi sempre legate al traffico di droga e alle gang (maras).

Il Salvador è una delle società più etnicamente diverse del mondo.

Che la società multietnica sia un campo di battaglia, lo comprende chiunque abbia un minimo di razionalità.
Che la “diversità” sia una debolezza e non una forza, lo ammetterà chiunque non sia un fan sfegatato del sadomasochismo.
Questo, oltre ad essere “vero” intuitivamente, è anche stato provato a livello scientifico.

Lo studio condotto dal Findlandese Tatu Vanhanen:

Ha dimostrato come, più una società è etnicamente diversa, più questa società è violenta.

Lo studioso ha analizzato tutti i paesi del mondo e ha comparato la loro frammentazione etnica con il loro livello di violenza e instabilità, trovando tra le due una correlazione “positiva”.

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Ma questi non sono gli unici danni che porta la società multietnica. Un altro scienziato, Robert Putnam –http://www.theamericanconservative.com/article/2007/jan/15/00007/ -, ha dimostrato come, più una comunità è “diversa” dal punto di vista culturale e razziale, più questa diviene non cooperativa ed emotivamente frammentata.

E’ evidente che i due studi sono complementari: l’arrivo di immigrati frammenta la società e la rende meno “solidale” e “cooperativa”, spezzandola lungo faglie etniche. Questa frammentazione conduce alla violenza.

Non è infatti naturale, “immolarsi” per chi non ha con noi alcun legame. E’ naturale invece, preservare la propria identità e chiunque con noi la condivida.
E’ una semplice legge evolutiva. Perché dovrei “favorire” un Africano piuttosto che un Amerindo rispetto ad un mio consanguineo?

Dal punto di vista evolutivo, morire in battaglia per Sparta aveva un senso biologico, perché coloro che sopravvivevano portavano avanti la discendenza biologica di cui anche “tu” morto, facevi parte. Ma morire in guerra per il Grande Re persiano non aveva senso, biologicamente parlando.

Oggi, stiamo creando una società nella quale, non solo, sarà orribile vivere, ma anche, per la quale non varrà la pena morire.