Terribile la storia raccontata da un giornale locale. Si parla tanto di calo demografico, ma quando degli italiani fanno figli – magari troppi, vista la loro condizione, ma non è questo il punto – non li si aiuta, anzi, li si punisce.
Carmela, 36 anni, e il marito Pasquale, 45 anni, vivono ormai con un solo figlio di 34 giorni. Dopo che gli assistenti sociali del Comune si sono presi gli altri 9: cinque maschi e cinque femmine.
Ora tre (tutti maschi, i più grandi: 17, 15 e 14 anni) sono in una comunità. Gli altri sei (da 12 a 2 anni) in due case famiglia. E Dio solo sa che enorme business sono le case famiglia.
Gli ultimi due saranno tolti definitivamente alla famiglia, per finire adottati. Almeno questa è l’intenzione degli ‘assistenti sociali’.
I giudici del Tribunale dei Minori, dal 14 gennaio cominceranno a esaminare il loro caso.
I due genitori non sono, ovviamente, liberi da responsabilità, ma le famiglie si aiutano, non si distruggono.
Ci chiediamo perché per i giovani maschi africani ci siano gli hotel, anche a Napoli, e invece per una famiglia di 12 membri, italiani, c’è invece solo un monolocale. A Napoli la situazione abitativa è drammatica, ma allora perché non impegnarsi a risolverla, invece di importare immigrati?
E il vescovo, invece di aprire i ricchi spazi della Curia ai clandestini, perché non si occupa di questa famiglia?