Ununtrio è il 113 elemento: più radioattivo del Plutonio

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Lo scorso 30 dicembre 2015, l’Unione internazionale di chimica pura e applicata
ha comunicato ufficialmente la decisione di attribuire la scoperta dell’Ununtrio (Ununtrium), o Manio, al team giapponese di RIKEN, invitando il medesimo a proporre un nome ed un simbolo definitivi per l’elemento numero 113 (Un-Un-Trium). Le analoghe istanze da parte degli scienziati russi e statunitensi non sono state accolte.

Il 23 luglio 2004, gli scienziati giapponesi del RIKEN avevano ottenuto un singolo atomo di 278Uut mediante una reazione di fusione fredda tra il bismuto-209 e lo zinco-70.

I ricercatori del RIKEN avevano già suggerito due nomi da dare all’elemento, qualora lo IUPAC avesse deciso di attribuire a loro scoperta: japonium (giapponio) e rikenium (rikenio).

L’Ununtrio è così instabile e radioattivo che solo minuscole quantità di questo elemento sono state osservate e realizzate. L’unico utilizzo possibile sembra essere quello bellico o energetico.

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Molti scienziati hanno sollevato dubbi sui motivi che spingono altri ricercatori a studiare e ricercare questo e altri metalli pesanti sintetici.

Martin Poliakoff, professore di ricerca in Chimica presso l’Università di Nottingham: “Ci si potrebbe davvero chiedere perché qualcuno dovrebbe desiderare di fare un paio di atomi di questi elementi artificiali.
Penso la risposta siano previsioni che, anche se gli elementi di questa parte della tavola periodica sono molto instabili, potrebbero essercene uno o due che sono sorprendentemente stabili, e che potrebbero non decadere e invece durare a lungo.
Vengono definite ‘isole di stabilità’. Quindi, per questo motivo, alcuni scienziati stanno cercando di scoprire l’esistenza di un paio di questi elementi che, non ostante siano estremamente pesanti, sono anche stabili”.

Affascinante. Sembra che molti principi dell’esistenza rispondano alle stesse leggi. Anche la frequenza dei numeri primi si dirada al crescere del numero stesso.