Mustapha Cherif è un filosofo islamico. Non un ‘rozzo’ imam, quindi è interessante leggere che cosa pensa della cosiddetta integrazione dei suoi correligionari e di come i cittadini europei debbano iniziare a piegarsi alle loro abitudini:
Contrariamente a quanto si dice, i cittadini musulmani non destabilizzano l’identità europea, e tanto meno la minacciano. Arricchiscono culturalmente e umanamente, questa parte del mondo.
L’Europa vuole preservare le basi democratiche e imparare dalla tragedia indicibile dell’antisemitismo? L’islamofobia è una continuità dell’antisemitismo.
La stragrande maggioranza dei cittadini ‘europei’ di fede musulmana è in sintonia con il mondo moderno. Merita di essere incoraggiata. Tanto più che la responsabilità è condivisa tra la maggioranza e la minoranza. Non è giusto chiedere ad una parte della società, la più vulnerabile in aggiunta, di adeguarsi, integrarsi, o addirittura di negarsi . L’uno e l’altro, hanno il dovere di accettare l’alterità e trovare soluzioni ragionevoli.
Siamo già alla seconda fase dell’invasione. Quella durante la quale gli immigrati, assurti a ruolo di minoranza, non si limitano a non integrarsi, ma per bocca dei propri intellettuali, iniziano a chiedere ai padroni di casa di trovare un ‘compromesso’. Il che significa, prosaicamente, rinunciare ad una parte della nostra cultura: una sorta di mezzo burqa, mezza infibulazione e lapidazione con i sassolini.
La terza fase è vicina. Quella durante la quale la ex minoranza avrà abbastanza potere demografico, non solo da secedere de facto nei propri quartieri, o da chiedere un ‘compromesso’, ma da volere imporre agli ex padroni di casa le proprie abitudini. Come in parte già fanno oggi.
La quarta fase è Raqqa.