Bologna: 100mila euro destinati a 270 profughi per lavorare al posto degli italiani

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BOLOGNA – Mentre tanti giovani italiani non trovano un lavoro stabile, la Regione Emilia Romagna, il Governo e il Comune lo hanno trovato a 270 richiedenti asilo: tutti maschi, tutti giovani. Quasi tutti africani che tra un anno risulteranno clandestini. Ma per allora avranno arricchito le coop del PD.

Dopo tre mesi dal protocollo siglato tra la Prefettura di Bologna, la regione Emilia-Romagna, l’Anci, il mondo del terzo settore e i sindacati infatti, i cosiddetti profughi lavoreranno, non certo gratuitamente, come millantano i soliti cazzari, ma percependo una paghetta giornaliera, vitto e alloggio. Non solo, riceveranno anche i contributi.

La Regione ha infatti messo a disposizione 100.000 euro per le spese assicurative. La città metropolitana di Bologna ha redatto un apposito bando per quegli enti che avevano progetti in tal senso. Allo stesso modo Reggio Emilia, Modena e Rimini.

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A Bologna in particolare, sono stati destinati (a parte i soldi del vitto, dell’alloggio e della paghetta quotidiana da profugo) alle spese delle attività 4.400 euro, e altri 4.600 euro per le spese assicurative.

Ci saranno 14 laboratori formativi, 10 quelli artistici e 21 invece i laboratori manuali. A spese dei cittadini bolognesi.

A Bologna e in provincia al momento i clandestini camuffati da profughi accolti a spese dei contribuenti sono oltre 1.200. In tutta la Regione 6.302.

Di questi, 270 faranno lavori che avrebbero potuto fare i ragazzi bolognesi. Si chiama concorrenza sleale: i richiedenti asilo possono farlo a prezzi stracciati, visto che vitto e alloggio lo mette il governo. Quindi noi.