Cona: il paese dove scaricano tutti i finti profughi inviati in Veneto

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CONA – «Siamo rimasti soli. O, forse, siamo sempre stati da soli». C’è amarezza nelle parole di Mauro Polo, uno degli animatori del comitato spontaneo “Basta profughi a Cona” che, fin dallo scorso luglio, cerca di fermare l’arrivo dei clandestini nell’ex base militare di Conetta. Una battaglia contro i mulini a vento, visto che di profughi, fino a quando erano disponibili i dati della Prefettura, ne sono arrivati un migliaio. Anche di più. Non siamo in democrazia, i cittadini non contano nulla. Parlare e protestare in modo civile, non serve a nulla.

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«Non stiamo neppure più a controllare se e quando li portano», dice Polo, «sappiamo solo che sono troppi per noi».
E la tensione tra i residenti continua a salire, «fino a quando non succederà qualcosa», dice Polo.