Scuola di ambiente ai profughi: non si butta, non si dà fuoco e non si ruba

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GRADISCA – I fanatici dell’accoglienza sprofondano sempre più nel ridicolo. Due giorni fa, al Cara di Gradisca, che ospita a spese nostre decine e decine di sedicenti profughi africani e pakistani, è andato in scena “Respect the World” con i volontari di Legambiente. Si, quelli che dovrebbero occuparsi di ambiente.

L’iniziativa, che fa parte del progetto “ColOURs”, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Gradisca, ha l’obiettivo di favorire l’integrazione dei richiedenti asilo, in gran parte provenienti principalmente dal Pakistan, con la comunità locale. Che freme dal ‘desiderio’ di integrare i pakistani.

Sara Alzetta, Sara Innominato e Irene Ceschia hanno dialogato con i pakistani, illustrando i problemi che possono derivare da comportamenti scorretti su diversi temi: l’abbandono di rifiuti, l’accensione di fuochi all’aperto, la sosta in alveo dell’Isonzo per il rischio che ne può derivare a causa delle piene improvvise, il bere acqua non potabile, il rispetto della proprietà pubblica e privata (spesso in passato si sono segnalati ad esempio furti di biciclette e nei frutteti attorno al Cara). Allo scopo, è stato anche distribuito materiale informativo creato ad hoc per il progetto.

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SONO MOLTI INTERESSATI, ALLE TRE VOLONTARIE
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Ora, sicuramente, i pakistani inizieranno a fare la raccolta differenziata. Quando rubano.

Un vero ambientalista non può che essere ferocemente contrario all’immigrazione: più individui vivono in un territorio, più questo viene compromesso. E’ matematica. Ma quelli di Legambiente sono tutto fuorché ambientalisti. Sono i soliti vedovi di un’ideologia che morta e sepolta tenta di reincarnarsi e camuffarsi.

Braccia rubate all’agricoltura. E non stiamo parlando dei profughi-clandestini.