Una grande parte dei cosiddetti profughi arrivati e attesi in Germania nei prossimi anni rimarrà disoccupata e peserà (sorpresa!) sui contribuenti tedeschi.
La stima e’ della Banca centrale tedesca, la Bundesbank, che nel suo rapporto di dicembre afferma che da qui a fine 2017 il numero di coloro alla ricerca di un lavoro aumenterà di circa “520mila persone”. E non perché gli altri ‘profughi’ lavoreranno, ma perché gli altri nemmeno lo cercheranno, un lavoro.
Nel bollettino di dicembre la Bundesbank indica che “gli studi empirici mostrano che questa forza lavoro supplementare per il momento si ritrovera’ disoccupata a fronte di qualificazioni deboli o inesistenti e di barriere culturali e linguistiche ed entrera’ nel mondo del lavoro solo con molta gradualita’”. Forse.
La Buba aggiunge che, “malgrado condizioni favorevoli sul mercato del lavoro, e’ atteso un tasso di disoccupazione pari al 70% il primo anno dopo il riconoscimento dello status di rifugiati”.
Il rapporto rileva anche che “le qualifiche professionali dei rifugiati sono molto inferiori a quelle dei tedeschi e di altri migranti”, il che pone “una grande sfida al sistema di istruzione tedesco”.
La Germania dovrebbe accogliere quest’anno oltre un milione di profughi in fuga in particolare dalla guerra in Siria, un numero record. Auguri.
Se Merkel pensa di sostituire Von Braun con Ahmed, avrà amare sorprese.