I profughi che offrono le cene ai turisti a spese dei contribuenti

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Articolo tipicamente demenziale sui media di distrazione di massa:

Erano alla ricerca di un ristorante per cenare. E così i due, una coppia di Karlsruhe, sono incappati in una vecchia locanda, la birreria-ristorante Henneman.

I due turisti tedeschi sono entrati e si sono fatti servire: hanno gustato pane, marmellata di mele fatta in casa, uova, formaggio, pomodori, yogurt e tè. Poi hanno chiesto il conto, ma nessuno glielo ha portato. “Siete nostri ospiti – gli hanno risposto – e i nostri ospiti non pagano nulla”.

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Quei cuochi e camerieri, in realtà, erano rifugiati. E il ristorante era un centro di accoglienza per richiedenti asilo. La storia viene riportata da Elmar Burchia sul Corriere della Sera.

Gli ospiti si sono accorti di non essere finiti in un ristorante vero e proprio soltanto dopo la cena: la locanda a Zapfendorf, comune di 5 mila abitanti, era stata chiusa anni fa. Da qualche mese qui vivono migranti scappati dalle guerre. Ciò nonostante, uno di loro ha deciso comunque di servirli. «Ho detto: entrate, mettetevi comodi e sentitevi a casa», ha raccontato Kawa Suliman, avvocato di 30 anni, fuggito dalla Siria nel 2014.

La storia, riferita dal giornale locale Fränkischer Tag, è finita sui principali organi d’informazione tedeschi. I richiedenti asilo hanno reagito spontaneamente: “Abbiamo imbandito la tavola di cibo. Quando la coppia ha capito di essere finita in una struttura d’accoglienza, la donna si è commossa fino alle lacrime”.

Poi hanno chiesto il conto, ma nessuno glielo ha portato. “Siete nostri ospiti – gli hanno risposto – e i nostri ospiti non pagano nulla”.

Tanto pagano i contribuenti tedeschi. Ma l’articolo demenziale mica lo dice.