Banca voleva ospitare profughi, cittadini-correntisti: “Se lo fate ritiriamo tutti i soldi”

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Ora le banche investono anche nel business dei profughi. Era il progetto della Cassa Rurale Novella e Alta Anaunia andato a monte grazie alle proteste dei cittadini che sono anche correntisti: era già era stato raggiunto l’accordo tra cooperativa di credito e Provincia per ospitare i clandestini nell’ex convento dei frati di Arsio, che fino a pochi mesi fa aveva ospitato gli alunni delle scuole elementari di Cloz e Brez, in attesa della ristrutturazione del plesso titolare.

Un enorme edificio, già scuola superiore, oltre che convento, dotato di stanze, servizi, mensa.

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Come hanno fatto, le comunità di Cloz e Brez a fare cambiare idea alla ‘loro’ banca? E’ stata avviata una raccolta di firme, con la minaccia: se arrivano i cosiddetti profughi, chiudiamo i nostri conti correnti alla Cassa Rurale. Geniali.

«Purtroppo è andata così», ammette il presidente Alessandro Bertagnolli, che già pregustava il business. «Un fatto che ci ha amareggiato, e che per noi non significava incassare 100 mila euro per l’affitto, ma infatti, mica era per quello! La nostra disponibilità c’era, ospitare quei profughi avrebbe garantito un futuro alla struttura, l’accordo era sul lungo periodo. Chi ha detto no avrà modo di riflettere». Si, avrà modo di riflettere.

Quanto avvenuto è stato duramente criticato dal parroco padre Placido Percali, che anche lui pregustava la ‘compagnia’ dei profughi, nella messa di domenica, che nei confronti di chi ha firmato quella petizione ha usato toni assai duri. «Importante è però capire che quelle persone sono una parte minoritaria delle nostre comunità – afferma padre Placido – Tante persone erano pronte a dare una mano, tante persone si sono mosse spontaneamente quando dei profughi erano ospitati a Castelfondo, quindi non bisogna confondere l’iniziativa di un gruppo con il pensiero di un’intera comunità. Sono stato via per mesi, causa una malattia, al ritorno ho saputo di questa vicenda, che mi ha profondamente amareggiato. Così in chiesa ho espresso l’opinione di molti parrocchiani. L’accoglienza è un aspetto della pace, dobbiamo accettare posizioni diverse, la presenza di stranieri profughi è anche educativa per i nostri figli». Si, è ‘educativa’.