E’ sospettato di legami con la jihad, ora è cittadino inglese

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SibaiDifficile combattere seriamente la jihad, finché ci si permette certe “leggerezze”: il predicatore egiziano Hani al-Sibaï o Hani al-Sayyed al-Sibaï Youssef di 54 anni, qualificato dai suoi seguaci come il «dottor sceicco», assieme a sua moglie ed ai suoi cinque figli hanno ottenuto la cittadinanza britannica. Ciò, nonostante lui figuri già dal 2005 nella lista degli «Specially Designated Nationals» del Dipartimento di Controllo dei beni degli stranieri delle Nazioni Unite, perché ritenuto legato al terrorismo e ad al-Qaeda. Non a caso, è conosciuto come uno tra i più celebri fomentatori di odio del Regno Unito e si suppone che abbia esercitato una certa influenza anche su Mohammed Emzawi, detto “John lo jihadista”, tra i più noti sgozzatori dell’Isis.

Nato a Qanater al-Khayriyyah, in Egitto, è stato qui membro del Comitato di Difesa per gli affari politici, nonché del Comitato per la sharia islamica presso il sindacato degli avvocati. Arrestato una prima volta e più volte interrogato, in patria, nel 1981, dopo l’assassinio di Anwar al-Sadat, ha continuato a praticare la professione di legale sino alla sua fuga in Gran Bretagna, avvenuta dopo una condanna a 15 anni di reclusione emessa nei suoi confronti in contumacia dalla giustizia egiziana poco dopo il 2000, sempre per questioni legate alla jihad. A Londra è giunto come rifugiato politico: ha subito aperto, diretto o collaborato con diversi centri-studi accreditandosi come esperto di questioni islamiche, è stato caporedattore di alcune riviste e firma per altre, inoltre ha scritto numerosi libri su Maometto e sulla giurisprudenza nei Paesi musulmani.

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Ha sempre negato d’aver mantenuto contatti con Ayman al-Zawahiri, leader di al-Qaeda, e con la jihad dopo la sua partenza per l’esilio, eppure è proprio per questi suoi legami che in Egitto è stato nel frattempo condannato a morte in contumacia. Secondo quanto riferito dal Daily Mail, avrebbe definito «una grande vittoria» la terribile serie di attentati terroristici perpetrati a Londra il 7 luglio del 2005, quando dei kamikaze si fecero esplodere quasi contemporaneamente in tre treni della metropolitana e su di un autobus, provocando 56 morti e circa 700 feriti. E’ stato anche accusato – come dichiarato sullo stesso giornale – di essere la mente del terribile attentato messo a segno nel giugno scorso in Tunisia, presso l’hotel Riu Imperial Marhaba di Port El Kantaoui, nei pressi di Sousse, dove uomini armati di kalashnikov fecero una strage sulla spiaggia, provocando una quarantina di morti: l’8 febbraio dell’anno prima, in uno dei suoi video diffusi su YouTube e diretti ai suoi seguaci, avrebbe violentemente criticato la Costituzione tunisina, definendola anti-islamica.

Tutti i governi inglesi succedutisi hanno messo in agenda, tra le cose urgenti da fare, la sua espulsione dal Paese, ma in quasi 20 anni nessuno ha mai compiuto i passi necessari per giungervi. Ed ora è troppo tardi. Non è più possibile, come riferito dall’agenzia Médias-Presse-Info, da quando l’Alta Corte ha deciso di riconoscergli la cittadinanza britannica. Oggi vive e continuerà a vivere con la sua famiglia in una lussuosa abitazione, nella zona ovest di Londra. Da inglese (fonte: Corrispondenza Romana).

In collaborazione con: nocristianofobia.org