Ricollocamenti flop: Svezia non li prende più, Slovacchia fa ricorso

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Sta completamente saltando l’accordo UE sui riccollocamenti, che già era un flop, visto che dall’Italia sarebbero partiti, in teoria, in poco più di 4mila in diversi anni. Ad oggi sono andate, invece, poche decine. E saranno, probabilmente, le ultime.

Oggi, alla Corte Europea è stato presentato un ricorso da parte delle autorità slovacche, per invalidare la decisione di Bruxelles sulle quote.

“Chiediamo che la corte stabilisca non valida la decisione in merito alla distribuzione obbligatoria delle quote sui migranti”, — ha detto Fico ai giornalisti. “Credo che queste quote siano inutili e tecnicamente irrealizzabili. Le nostre parole sono giustificate, le quote hanno fallito,” — ha chiarito il primo ministro.

A fine settembre Bruxelles aveva adottato un piano per la distribuzione di 120mila profughi tra gli Stati membri dell’UE.

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La Slovacchia, insieme con Repubblica Ceca, Ungheria e Romania, ha votato contro le quote, insistendo sul principio della volontarietà. Allora Fico aveva dichiarato che il governo slovacco “non avrebbe implementato la decisione dei ministri degli Interni della UE e l’avrebbe impugnata.”

L’ha fatto.

Non solo, due giorni fa, la Commissione Europea ha approvato la richiesta del governo svedese di inviare i profughi presenti nel Paese scandinavo verso gli altri Stati della UE.
La Svezia avrebbe infatti dovuto far fronte alla sua quota di 4.500 persone provenienti da Italia e Grecia. Non lo farà.

Così la Svezia, che avrebbe dovuto essere ‘destinazione dei ricollocamenti’, diverrà invece ‘fonte’: tutti vogliono esportarli, nessuno vuole importarli. E’ evidente il fallimento.