Biella, la città appaltata ai pakistani: cittadino schifato scrive ai giornali

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«Dovrebbe essere una zona per famiglie, anziani e bambini. Invece da qualche settimana i giardini Zumaglini sono indecorosi: immondizia, cartacce, bottigliette. È diventato un campeggio per i Pakistani che non hanno un posto dove stare. Noi cittadini paghiamo le tasse, è inammissibile che quell’area verde sia così sporca. Sembra Calcutta». Sono le parole di Stefano Fogliano, il cittadino che alcuni giorni fa ha scritto una lettera a Prefettura, Comune e giornali.

«Non sono contrario agli immigrati» dice. «Segnalerei la presenza di un immondezzaio anche se i responsabili fossero italiani. Capisco che le istituzioni stanno facendo il possibile, ma sarebbe opportuno evitare questi bivacchi, oltre tutto in pieno centro».

L’emergenza Pakistani c’è da almeno tre mesi. Non c’è giorno in cui la Prefettura non debba far fronte a nuovi arrivi imprevisti. Il viceprefetto vicario Patrizia Bianchetto dice che i Pakistani accolti a Biella sono molti più di quelli ospitati a Torino.

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«Siamo un caso atipico, lo diciamo da tempo. Il capoluogo piemontese ha circa 60 Pakistani. Quelli presenti a Biella sono più di 130» dice Bianchetto. «È evidente che sia sempre più difficile dare risposte congeniali. Al momento non mi risulta che ci siano persone che dormono fuori: dopo pochi giorni è intervenuta Caritas trovando una sistemazione».

La Prefettura fa sapere che nessun funzionario gira la testa dall’altra parte. Né quando persone provenienti dal confine triestino suonano alla porta, né quando i cittadini lamentano disagi. Ma è chiaro che ci sono dei limiti. «Il signor Fogliano ha ragione» commenta Davide Garra, viceprefetto. «Noi continuiamo ad attivarci per rispondere all’emergenza, ma non abbiamo modo di fermare questi arrivi». I Pakistani non vengono inviati da nessuna autorità: raggiungono Biella da soli. «La situazione è significativa, cerchiamo di fare tutto il possibile, dall’inizio. E continueremo ad affrontare il problema con il massimo impegno».

Finché vi ‘attiverete’, ne arriveranno sempre di più. Vanno proprio dove sanno esserci accoglienza e complicità.