L’olio di palma africano e il colorante cancerogeno: ristoranti etnici a rischio

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Il 21 ottobre 2015 la Food and Drugs Authority del Ghana ha invitato i consumatori a non utilizzare l’olio di palma, dopo che le analisi condotte dall’Autorità per la sicurezza alimentare su cinquanta campioni venduti in dieci dei maggiori mercati della regione della capitale Accra hanno rilevato la presenza, nel 98% dei casi, del pericoloso colorante genotossico e cancerogeno Sudan IV, di solito usato per dare una certa tonalità rossastra a solventi, cere, oli e lucido per scarpe.

Gli africani, invece, lo usano per ‘colorare’ il famigerato olio di palma. Rendendolo tossico.

Perché l’allarme coinvolge l’Europa e l’Italia? Semplice, ‘grazie’ a negozi e ristoranti etnici africani.

In Gran Bretagna nel mese di aprile è stato ritirato dal commercio un olio di palma senza etichetta del Ghana venduto da Kemtoy Miyan Cash & Carry. In luglio la stessa sorte ha interessato un altro lotto proveniente dal Ghana marchiato Zdomi, commercializzato da Fovitor International, per la presenza di Sudan IV. Un’inchiesta sul Fovitor Zdomi Palm Oil ha scoperto che il fornitore, Miva Lifeline Limited, non aveva chiesto l’autorizzazione per esportare nell’UE , dove è richiesta l’assenza del Sudan IV. Ma esportava lo stesso.

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Il 30 ottobre, il Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) ha segnalato in Francia, la vendita di olio di palma del Ghana proveniente dall’Olanda, con il colorante Sudan IV.

Il giornale specializzato Fatto Alimentare ha segnalato al Ministero della Salute, Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione, la presenza di diverse marche di olio di palma proveniente dal Ghana, acquistabili da siti internet in lingua italiana, chiedendo in via precauzionale la sospensione delle importazioni di olio di palma dal Ghana. L’invito a non utilizzarlo dovrebbe essere rivolto anche a industrie, ristoratori e consumatori sino a che non saranno disponibili i risultati delle analisi di questi prodotti, per verificare l’eventuale presenza del colorante Sudan IV.

C’è voluto un giornale, per avvisare la Lorenzin. Intanto, mentre in Belgio le autorità sanitarie hanno provveduto a ritirare dal mercato le confezioni di olio di palma vergine della marca ZOMI della A.F.P. contaminato da Sudan IV, il governo italiano si è limitato ad informare le autorità sanitarie regionali ‘invitandole’ a fare accertamenti per ritirare o richiamare i prodotti interessati.

Il problema è che i ristoranti etnici africani non si riforniscono da canali ufficiali e facilmente controllabili.