UE marchia prodotti Israele

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La Commissione UE ha approvato la famigerata ‘nota interpretativa’ alle linee guida pubblicate ad aprile 2013 per l’etichettatura dei prodotti nei cosiddetti ‘territori occupati da Israele’. La nota era stata sollecitata ad aprile da 16 governi Ue, compresa l’Italia di Renzi.

E’ prevista l’indicazione di provenienza da “insediamenti”. Roba da Gobbels.

In sintesi: i prodotti israeliani provenienti dalla Cisgiordania saranno etichettati come ‘non israeliani’.

E’ però consentito che venga indicato come ‘made in Israel’ il vino imbottigliato entro i confini del 1967 ed anche se prodotto con uve coltivate nei territori, per il principio secondo il quale prevale la provenienza in cui viene realizzata la maggior parte del valore aggiunto. In base all’accordo di associazione tra Israele e Unione europea, i prodotti nei territori occupati dal 1967 in Cisgiordania e nel Golan sono esclusi dai benefici doganali. La norma interpretativa varata oggi sarà pubblicata già oggi sulla versione elettronica della Gazzetta Ufficiale della Ue ed immediatamente operativa.

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Il volume del commercio tra Ue ed Israele è nell’ordine di circa 30 miliardi di euro l’anno (17 mld di export europeo verso Israele, 13 mld di import nella direzione opposta). Il valore del commercio con l’Europa di prodotti dei territori occupati rappresenta meno dello 0,5%: 154 milioni di euro nel 2014. L’obbligo di etichettatura, è stato spiegato da fonti della Commissione, ricade sull’intera filiera: dal produttore all’importatore fino al dettagliante. E potrà fondarsi sui documenti doganali di accompagnamento delle merci. E’ lasciata ai singoli paesi la scelta della dizione da adottare, ma deve essere indicato chiaramente che il prodotto in questione viene da un “insediamento”.

La Ue si svela per quello che è: una creatura globalista filo-islamica. Dimostrando che, le varie leggi liberticide sul ‘negazionismo’ sono strumentali per punire chi pensa liberamente, e non dettate da un reale sentimento. Ai governi Ue, degli Ebrei vivi non frega nulla, tendono, invece, ad utilizzare come clava politica quelli morti.

Israele “condanna la decisione dell’Ue” e nessuna etichettatura “farà avanzare il processo di pace, al contrario potrebbero rafforzare il rifiuto dei palestinesi a tenere negoziati diretti con Israele”. Lo ha detto il ministero degli esteri israeliano. “Questo passo solleva domande sul ruolo che la Ue aspira a giocare. E può avere anche implicazioni sulle relazioni tra Israele e l’Europa”. Lo ha detto il portavoce del ministero degli esteri israeliano Emanuel Nahshon.

La Ue deve vergognarsi”. Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu. “Una decisione ipocrita e che rivela un doppio atteggiamento: si applica – ha spiegato – solo ad Israele e non ad 200 conflitti nel mondo”.