Che a capo dell’amministrazione municipale di San Fernando, a Cadice, in Spagna, vi sia una giunta socialista è più che evidente: il Comune sarà anche la casa di tutti, ma non dei pro-life. Da qui, il secco divieto opposto dalla giunta alla richiesta, presentata da Expovida, di organizzare la propria mostra, del tutto apolitica, presso una struttura municipale, quella del Palazzo dei Congressi.
L’evento, collocato nell’ambito delle manifestazioni previste in occasione della Settimana per la Vita, era stato inizialmente accolto dall’assessorato alla Cultura, che ha poi però fatto marcia indietro nel giro di una settimana, rivalutando la questione come «problematica».
In realtà, il materiale da esporre mostra il dramma dell’aborto dal punto di vista della scienza. Niente da fare, l’esposizione si dovrà allestire altrove, in un complesso privato, precisamente presso il Circolo delle Arti e dei Mestieri, che ha garantito all’iniziativa un tetto dal 7 al 15 novembre.
Secondo quanto riferito all’agenzia Actuall dal delegato di Derecho a Vivir territoriale, Pedro Mejias, il Vicesindaco, nonché responsabile del Palazzo dei Congressi, Conrado Rodríguez, avrebbe bollato l’intera faccenda come troppo «delicata», da relegare nel segreto «delle coscienze» e non da sbandierare. Ha rincarato la dose il primo cittadino, Patricia Cabada, che, nel corso di una conferenza-stampa, ha ritenuto la mostra tale da «offendere le sensibilità altrui», nonché tale da «criminalizzare azioni viceversa totalmente legali in Spagna», quale per l’appunto l’aborto.
Di tutt’altro avviso il Partito Popolare, che ha anzi giudicato il rifiuto comunale «scandaloso» e contrario alla «libertà d’opinione»: secondo il portavoce del Pp, Daniel Nieto, si sarebbe di fronte ad un atteggiamento «scriteriato, settario e capriccioso».