Quanto pensi che il sistema accoglienza italiano dei sedicenti profughi abbia toccato il fondo, leggi qualcosa che ti fa ricredere.
Il Coni organizza corsi di pugilato per giovani maschi africani. Così, se sorpresi a spacciare, potranno sempre ‘difendersi’ dagli agenti.
A Verona accade nella palestra della «accademia pugilistica Vita» nei locali del Coni. L’incontro fra il presidente Gianluca Filippi e il direttore della cooperativa «Joy» Giampaolo Corso ha portato una decina di giovani maschi africani definiti ‘profughi’ a frequentare, gratis, la palestra.
Si tratta di un gruppo degli ottanta sedicenti profughi ospitati in un albergo a Prada.
Niang, Kalim, Nadim, Kenny i nomi di alcuni di loro. Vengono dal Ghana, dal Bangladesh e dal Senegal.
Come Mamadou, che nel suo paese, ci informa il giornale di Verona, l’Arena, ha visto madre e padre trucidati dai signori del terrore. Peccato che, in Senegale, non esista alcun ‘signore del terrore’. Ma si sa, queste sono quisquiglie.