Profughi marciano verso comune: “Basta fagioli a pranzo!”

Vox
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Quaranta clandestini, tutti giovani maschi nigeriani, gozzovigliano in una struttura di Gallarate, in via Beccaria, dal mese di aprile del 2014.

Lì, confusi con gli immigrati che spacciano vicino alla stazione.

Lunedì scorso, una delegazione di questi sedicenti profughi gestiti dall’azienda di tal Katiusha Balansino, si è precipitata all’ufficio dei Servizi sociali del comune. Una ventina di nigeriani ha protestato con l’assessore Margherita Silvestrini.

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Vivono, dicono loro, un forte disagio. Per il cibo (troppi fagioli) e perché sono lì da quasi un anno e mezzo senza che venga loro riconosciuto, dalla commissione che prende in esame le posizioni dei richiedenti asilo, lo status richiesto.

Nigeriani, che arrivano da un paese non in guerra, si lamentano per i fagioli, e perché non vengono riconosciuti come ‘profughi’.

La vergogna è che da un anno e passa siano lì a non fare nulla, invece di essere stati rimpatriati mesi fa.