Mamma sarda scrive al PD: “Ripopolate la Sardegna con i nostri figli emigrati”

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Vivo in una cittadina, Ozieri, che fino a poco tempo era terra di prospettive e di certezze per i giovani che si affacciavano alla vita. Da qualche tempo peró la ‘nostra meglio gioventù’, formata da decine di ragazzi che non si sono arresi alle avversità del momento, sta lasciando le dolci colline ozieresi alla volta di terre più ospitali che consentano loro di progettare il futuro.

Ora, vengo a conoscenza, attraverso un’intervista da lei rilasciata in seguito ad un intervento a favore dei profughi del Cara di Elmas, che le “enormi sensibilità” presenti in Consiglio regionale non sottovaluterebbero l’idea di una sostituzione della popolazione Sarda in uscita verso altri lidi con una medesima quota di immigrati in entrata in Sardegna. Naturalmente, queste quote ipotetiche d’ingressi sarebbero supportate da leggi nate per l’occasione a sostegno dei  posti di  lavoro da creare per i ‘nuovi Sardi’.

Mi chiedo, quindi, perché queste grandi sensibilità presenti in Consiglio non abbiano pensato di incentivare con le medesime leggi il rientro dei nostri figli nella terra natia? Si parla di500mila persone che potrebbero diventare nuovi Sardi con incentivi appositi a fronte di altrettanti figli nostri in fuga alla ricerca di lavoro. Pensare che la progettazione e l’istituzione di nuovi posti di lavoro in Sardegna venga affidata alle medesime teste pensanti che, ad esempio, hanno dimenticato ancora una volta di istituire i corsi di specializzazione e di formazione in sanità animale e ispezioni, ormai da due anni, mi lascia basita!

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I giovani dottori sardi sono costretti a recarsi in altre città del Continente per potersi specializzare, essendo questo l’unico mezzo per poter accedere ai concorsi pubblici. E questo è solo un esempio di quale tipo di attenzione venga riservata dagli Assessorati regionali ai Sardi. Potremmo portare tanti esempi di irresponsabile inadeguatezza amministrativa all’attenzione della pubblica opinione e non ci mancherebbe il tempo! Ci manca, invece, molto la presenza di quella meravigliosa generazione di giovani con i quali vorremmo condividere le gioie del presente e i sogni del futuro, investendo, magari, nella terra dei padri con quel carico d’identità comuni e di storia che ci hanno fatto diventare il Grande Popolo Sardo.

Biancamaria B. – Ozieri

(admaioramedia.it)