Quando i cittadini non possono esprimere liberamente la propria volontà, l’affidano ai muri. Diventa una rivolta strisciante.
Iniziarono a scricchiolare così, i regimi dell’Europa orientale. La ribellione delle parole partì dai muri e dagli stadi.
A Vicenza, il totalitarismo dell’accoglienza impone il silenzio, e allora, ai Giardini Salvi, qualche italiano ha scritto la frase “profughi fuori dai”, lasciata in sospeso.
Dai coglioni. E scusate la volgarità. A volte è molto più volgare il silenzio. E la pretesa, del silenzio.