L’orda ai confini orientali: incendi, assalti e scontri

Vox
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Sale la tensione lungo i confini balcanici dove la spinta degli invasori islamici non cessa nemmeno con l’arrivo della stagione fredda.

Ieri mattina, nel campo di Brezice in Slovenia, allestito dalle autorità per ospitare i sedicenti profughi che arrivano dalla Croazia, i clandestini hanno dato fuoco alle tende, una dopo l’altra gridando “Open! Open!” e “Allah Akbar!”. Truppe d’invasione.

All’inizio, i media di distrazione di massa hanno provato a millantare che gli incendi fossero scoppiati nel tentativo di riscaldarsi. Poi, la verità.

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Ieri pomeriggio invece, a Sentilj sul confine sloveno nord-orientale è stato sfondato il cordone di polizia che impediva il passaggio in Austria.

Le forze dell’ordine sono state costrette ad alzare le mani e a far proseguire oltre le truppe islamiche. Anche oggi intorno a mezzogiorno migliaia di clandestini si sono incamminati dai centri di accoglienza sloveni verso Graz, in Austria. In pochi minuti si è formata una colonna di 5 mila ‘persone’.

Camminano lungo una superstrada per ricongiungersi al gruppo arrivato ieri che ora si trova in un campo profughi. La polizia austriaca si limita ad osservare pregando le persone di tornare indietro ed aspettare gli autobus ma nessuno ormai presta loro ascolto. Ridicolo.

Vox

Al confine tra Croazia e Slovenia un gruppo di afghani ha sfondato la recinzione tra i due paesi.

Alla frontiera serbo-croata, a Bapska, più di mille clandestini hanno deciso di aggirare la polizia croata e di entrare nel paese attraverso campi e frutteti.

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Ora, il governo croato, dopo avere sempre dichiarato (e in questo modo attirato clandestini) la sua contrarietà alle barriere è pronto a costruire un muro di recinzione con la Serbia sul modello dei paesi vicini. Si tratta di un piano che andrebbe in porto solo se Slovenia e Austria decidessero di ridurre l’accesso di clandestini. Sembra però che la direzione intrapresa dagli sloveni sia proprio questa.

Intanto, il parlamento di Lubiana ha autorizzato l’utilizzo dell’esercito per arginare l’ondata in arrivo dalla Croazia.

In caso di chiusura del confine serbo-croato è probabile poi che il flusso si sposti in Romania e da lì verso l’Ungheria e l’Austria.

E’ Tsipras che deve smettere di traghettare queste truppe islamiche dalla Turchia al confine macedone.