Roma, Italia, anno 2015
Dieci anni fa Anna Nistico era una delle addette alla portineria della Sapienza. In base alle esigenze lavorava alla facoltà di Ingegneria, di Architettura, di Giurisprudenza. Guadagnava 2mila euro al mese, aveva una casa e riusciva a mandare qualcosa ogni mese ai tre figli rimasti in Calabria con la mamma e la sorella. Aveva un contratto a tempo determinato, nove anni fa nessuno glielo ha più rinnovato, da quel momento per Anna la vita è stata una ripida discesa fino a due giorni fa, quando ha perso anche l’ultimo simulacro di una vita regolare, la stanza all’interno di un edificio occupato. Sono stati sgomberati in circa 150 dalla ex Cartiera nel quartiere Tuscolano a Roma.
Alcuni di loro erano italiani, tutti intorno ai 40-50 anni. Nel limbo dei quasi disoccupati senza diritti. I nuovi poveri, quelli che lavori saltuari li fanno, ma non riescono comunque a vivere, possono solo sopravvivere.
Sono Anna, Fabio, Antonio, Francesco, Giovanni e tanti altri. Italiani.
In quell’edificio senza legge e simbolo del degrado, il gruppo era riuscito a creare una piccola ‘riserva per italiani’: «Avevo speso seimila euro, avevo l’unico bagno di tutto l’edificio, avevo il giardino sopra e sotto di me», racconta Anna.
Ora vivono sul marciapiede davanti all’ex-Cartiera.
Intanto, il prefetto milionario Gabrielli, quello dai ‘superpoteri’, fa bando su bando per i cosiddetti ‘richiedenti asilo’. Per tenerli in hotel. Che schifo.
Non sono profughi. Non sono appena sbarcati. Sono vecchi ragazzi italiani senza lavoro, senza casa. Senza speranza.
Dobbiamo riprenderci quello che era nostro. Ridare giustizia a chi l’ha perduta. Dignità alla nostra gente.