Maroni dà il reddito di cittadinanza (anche) agli immigrati

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Maroni ce lo ricordiamo mentre faceva la sanatoria delle badanti – nella quale si infilarono decine di migliaia di marocchini e nigeriani – aprendo la strada all’ennesimo spregio dell’identità e della legalità. Quindi non ci sorprende la suicida legge della Regione Lombardia sul cosiddetto ‘reddito di autonomia’, per il quale già esultano i siti degli immigrati.

Quella che potrebbe essere un’iniziativa intelligente e giusta – aiutare la componente disagiata della popolazione’ – si trasformerà nell’ennesima marchetta a immigrati e zingari.

Infatti, senza un adeguato vincolo di cittadinanza, il contributo arricchirà i soliti noti. Che sono quelli che possono ‘vantare’ un reddito più basso (gli zingari inesistente).

L’effetto di questa legge sarà, quindi, favorire l’invasione e la natalità degli immigrati. Un italiano non fa un figlio in più per qualche centinaio di euro, gli zingari si, eccome.

Tra i requisiti, infatti, non è presente l’essere italiani:

Abolizione del ticket sanitario, un bonus bebè tra 800 e 1000 euro dal secondo figlio in poi, un contributo da 800 euro per pagare l’affitto, un voucher da 400 euro al mese per un anno ad anziani e disabili e un contributo da 300 euro al mese per sei mesi ai disoccupati.

Sono le cinque misure sperimentali del “reddito di autonomia”, con cui la Regione Lombardia vuole aiutare chi è in difficoltà. Misure varate oggi dalla giunta guidata da Roberto Maroni e che non distingueranno tra italiani e stranieri, prevedendo però (tranne che per l’abolizione del ticket) un requisito di almeno 5 anni di residenza in Regione che di fatto penalizzerà gli ultimi arrivati.

“Il significato di questa innovativa iniziativa – ha sottolineato Maroni presentando le misure – è rendere autonomi i cittadini lombardi dallo stato di bisogno. Abbiamo messo 50 milioni per gli ultimi tre mesi del 2015 e 200 per il 2016”. Una cifra che dal Pirellone promettono di aumentare se dalla prossima legge di Stabilità arriveranno fondi aggiuntivi per la Lombardia.

Le cinque misure del “reddito si autonomia” avranno partenze scaglionate tra oggi e il 1 dicembre. Ecco come vengono illustrate in una scheda diffusa dalla Regione Lombardia:

“ZERO TICKET SANITARIO – Prevista l’abolizione, per le famiglie, del cosiddetto ‘superticket’ per le prestazioni ambulatoriali, che in Lombardia può arrivare fino a 30 euro.

• Reddito familiare imponibile: fino a 18.000 euro

• Decorrenza: dal 15 ottobre 2015

• Modalità di accesso: autocertificazione del reddito imponibile

• Destinatari (su base annua): circa 500.000 famiglie (1.250.000 cittadini)

Dal primo gennaio 2016, compatibilmente con le disponibilità finanziarie, introduzione del ‘quoziente familiare’ secondo il modello francese.

BONUS BEBÈ – Contributo economico una tantum di 800 euro per i secondi nati e di 1.000 euro dal terzo figlio.

• Reddito ISEE di riferimento: fino a 30.000 euro

• Decorrenza: dalla mezzanotte dell’8 ottobre 2015

• Modalità di acceso: a richiesta, a seguito di comunicazione di Regione Lombardia su segnalazione dell’ospedale di nascita – Destinatari (su base annua): 26.000 secondogeniti più 10.000 secondogeniti e oltre

• Requisiti: residenza in Lombardia da almeno 5 anni

BONUS AFFITTI – Contributo economico una tantum di 800 euro, rivolto alle famiglie in condizione di fragilità socioeconomica, residenti nei Comuni ad elevata tensione abitativa (155 Comuni).

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• Reddito ISEE/FSA (Fondo Sostegno Affitti) di riferimento: tra 7.000 e 9.000 euro

• Decorrenza: dal 1 novembre 2015

• Modalità di accesso: bando regionale

• Destinatari (su base annua): 6.000 famiglie

• Requisiti: residenza in Lombardia da almeno 5 anni

ASSEGNO DI AUTONOMIA – Voucher di 400 euro al mese, per dodici mesi, per l’acquisizione o il mantenimento di autonomia personale nel proprio contesto di vita, a favore di persone anziane e di persone disabili in condizione di non autosufficienza e a forte rischio di esclusione sociale.

• Reddito ISEE di riferimento: fino a 10.000 euro

• Decorrenza: dal 1 dicembre 2015

• Modalità di acceso: due avvisi pubblici regionali

• Destinatari (stima su base annua): circa 1.000 famiglie

• Requisiti: residenza in Lombardia da almeno 5 anni

PROGETTO DI INSERIMENTO LAVORATIVO (PIL) – Contributo economico di 300 euro al mese, per un periodo di massimo 6 mesi, per favorire l’inserimento o il re-inserimento lavorativo attraverso attività di orientamento, formazione, ricerca attiva del lavoro.

• Reddito ISEE di riferimento: fino a 18.000 euro

• Decorrenza: dal 15 ottobre 2015

• Modalità di accesso: a sportello attraverso Dote Unica Lavoro

• Destinatari (su base annua): 5.000 persone

• Requisiti: disoccupati da oltre 36 mesi, che non fruiscono di alcuna integrazione al reddito e si trovano in una condizione di difficoltà economica”.

Non può certo essere un requisito sufficiente, quello della residenza di 5 anni. Arriveremmo al paradosso di un veneto residente in Lombardia da 4 anni che non sarà aiutato, e di un nigeriano residente da 6 che lo sarà. A spese dei contribuenti lombardi. Demenziale.

Con una certa ignoranza, la legge parla di ‘quoziente francese’: l’effetto della legge francese è stato un boom di natalità, tra gli immigrati africani. I più sensibili a politiche di sostegno economico.

Si, ci sono alcune restrizioni che favoriscono gli italiani. Ma non sono sufficienti. E non è certo una scusa il fatto che la Consulta e i vari organi anti-italiani avrebbero bocciata la legge regionale, in caso di ‘clausola di italianità’. Se volete veramente essere un partito identitario, la sfida è prima di tutto culturale ai poteri forti, che vanno sfidati e abbattuti.

Salvini dice ‘prima gli italiani’, ma poi Maroni fa una legge che mette gli italiani sullo stesso piano (anzi un gradino sotto, visto il reddito) degli immigrati.




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