Neonata muore di pertosse: vittima aumento dei non vaccinati (chissà chi sono!)

Vox
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BOLOGNA – Una bimba di un mese è morta di pertosse al Sant’Orsola, domenica scorsa.

“La pertosse era stata praticamente debellata grazie alle vaccinazioni – dice la direttrice di microbiologia del Sant’Orsola, Maria Paola Landini –, siamo tutti rimasti sconvolti. Il caso di quella bambina è drammatico: la pertosse se inizia a girare va anche a colpire bambini piccoli, anziani, malati di altre patologie. Ci tengo a ribadire il concetto: vaccinarsi non serve solo a proteggersi, è un atto di responsabilità sociale”.

Tutto vero. Ma nessuno nomina il convitato di pietra: gli immigrati.

TOH, ECCO LA DIFFUSIONE DELLA PERTOSSE NEL MONDO
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Al di là di una millantata componente della popolazione che non vaccina i propri figli – che c’è sempre stata e non ha mai creato problemi, proprio perché limitata – l’aumento della percentuale dei non vaccinati ha un motivo: l’immigrazione.

La bimba morta domenica scorsa non era ancora in età da vaccino ed era dunque potenzialmente esposta alla malattia.

E allora cosa c’entra il vaccino? C’entra, perché quando aumenta la percentuale dei non vaccinati, aumenta esponenzialmente il rischio che la malattia giri e colpisca anche i bimbi ancora da vaccinare.

Quindi la bimba è una vittima diretta dell’aumento della popolazione non vaccinata. E capite da soli di chi stiamo parlando.

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Giacomo Faldella, primario di neonatologia con 38 anni di professione alle spalle, non se ne fa una ragione: «E’ la prima volta che mi capita un caso come questo – dice – la verità è che anche qui in Emilia-Romagna stiamo tornando indietro rispetto a un percorso di civilizzazione che è stato lungo e difficile».

Faldella, quando fai entrare individui da aree del mondo non civili, il percorso che hai fattolo butti alle ortiche, e devi ricominciare. E qualcuno muore.

“La pertosse è una malattia fastidiosa per chiunque, ma non pericolosa. Nel bambino piccolo invece è potenzialmente letale”. Nella fascia di età sotto i sei mesi, spiega, comporta una ospedalizzazione nell’80% dei casi, in un caso su quattro si complica con una polmonite batterica, il 5% dei piccoli pazienti ha un risentimento neurologico, l’1% muore: “E questo è intollerabile. Scegliere di non vaccinare i propri figli è un abuso di libertà. Ma anche in termini egoistici e individuali è una scommessa, perché se la maggior parte della popolazione è vaccinata un obiettore non corre troppi rischi, mentre se cresce la quota di bimbi non vaccinati cala l’immunità di gregge”.

Ma ancora non hanno il coraggio di nominare il convitato di pietra.

Faldella fa un appello: “Quello che la gente deve capire, dopo quello che è successo, è che non esiste dubbio in rapporto al vantaggio tra un vaccino e una malattia: i rischi legati al vaccino sono mille volte inferiori”. Nel 2014 in Emilia Romagna è stato vaccinato contro la pertosse il 94,44% dei bambini (la media nazionale è 94,58), contro il 95,8% dell’anno precedente (media nazionale 95,5%). Nello stesso periodo, sempre qui, la copertura dalla difterite è passata dal 96 al 94,7%. Variazioni che preoccupano molto l’assessore regionale Sergio Venturi: “C’è la possibilità che alcuni virus ritornino, non c’è nessun dubbio. Stiamo facendo un monitoraggio sul territorio per capire le aree in cui sono più in calo le vaccinazioni”.

Stanno facendo un ‘monitoraggio’ per ‘capire le aree’! Quartieri etnici. Centri profughi. Stazioni. Scuole ad alta incidenza di immigrati. Non è poi così complicato.

In nome dell’idolo migrante, la vita dei bambini può essere sacrificata.

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