Welcome Refugees: operazione creata a tavolino

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Raramente rimandiamo ad articoli di altri siti. Ma l’analisi è veramente interessante:

L’ovvia domanda che si è poi posto l’accademico Shalak è stata: da dove originano questi tweets con hashtag #RefugeeWelcome + Germania? Non di tutti si sono potute identificare le fonti di provenienza, che sono state evidentemente “nascoste” dagli autori. Ma di quelli di qui si è potuto risalire alle fonti, ecco i risultati:

welcome

Solo il 6 per cento di questi vengono dalla Germania! Quasi la metà vengono da paesi anglofoni: Regno Unito, Usa, Australia (!), Canada, per non parlare dell’India: sembra che i cittadini del mondo che parlano inglese si siano messi d’accordo per invitare suriani, afghani, negri africani, in casa d’altri.

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Ed è difficile immaginare cittadini indiani – o australiani – così caldamente interessati a diffondere tra i profughi medio-orientali l’idea che in Germania saranno accolti a braccia aperte. Ma la cosa si spiega se si sa che l’India è all’avanguardia come fornitrice di servizi telecom-computeristici. Lo scienziato russo ha identificato una vasta operazione condotta per mezzo di “botnet”.

Potete leggere l’articolo completo QUI

In sintesi: organizzazioni ‘globali’ hanno messo in atto una potente propaganda sul web per manipolare l’opinione pubblica. I social network servono a questo. E l’utilizzo dei ‘bot’ per questo scopo è noto. I modi anche.

Basta prendere qualche figurante e piazzarlo alla stazione con un cartello, poi i medie si occuperanno di diffondere solo quell’immagine, dando l’impressione di una realtà che non esiste. E manipolando l’opinione pubblica.