Anche le suore, vogliono una fetta di business

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Savona – Vogliono anche loro, una fetta del business accoglienza. Le monache delle Opere di Santa Teresa, note come le suore delle Rondini vogliono accogliere sedicenti profughi nella lussuosa struttura, situata a Ca de Ferré, a Naso di Gatto.

Le suore vorrebbero reimpiegare, a scopo di lucro, la struttura vuota, di proprietà della Fondazione Rondini, alle spalle di Santuario.

Lascito di suor Maria Giuseppina Valdettaro, savonese, scomparsa nel 1984, Ca di Ferré ha ospitato un’ottantina di bambini, prima orfani e poi figli di famiglie meno abbienti, che trascorrevano l’estate in colonia. Ma ora, quelli non portano in dote 35 euro a testa.

Durante la scorsa estate, le Rondini avevano contattato l’Ancora di Varazze, che fa parte di una famigerata Associazione temporanea d’impresa, che unisce in un’alleanza quasi diabolica gli estremisti di sinistra di Arci, la Caritas e la Croce Rossa nella gestione dell’accoglienza profughi in provincia. Si mettono tutti insieme, quando c’è da fare soldi.

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C’era anche un progetto di massima, che era piaciuto parecchio ai membri dell’Ancora. «L’ipotesi di Ca di Ferré ci era apparsa buona – dice il presidente dell’Ancora, Fausto Romano». Dall’Ancora non si erano arresi, il business era fantastico.

«Avevamo valutato la possibilità, come Fondazione, di farci carico dell’onere di installazione dei caloriferi, in caso il piano fosse andato in porto- dice il presidente-. Il progetto, però, si è arenato. I proprietari, le suore e la Diocesi, non hanno trovato un accordo e, alla fine, abbiamo dovuto optare per altre soluzioni, visto che si era giunti allo stallo. Non nascondiamo, se ci sarà un chiarimento tra le due parti coinvolte, di tornare sul progetto per la prossima estate».

Non vedono l’ora.