Premier Giappone: “Aiuteremo profughi, ma a casa loro”

Vox
Condividi!

A margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il premier nipponico Shinzo Abe ha annunciato un maxi assegno di 1,5 miliardi di dollari a favore dei profughi. A casa loro.

In Giappone, zero: “è un problema demografico, prima dobbiamo fare tante cose per accettare migranti”. Come aumentare il tasso di natalità.

Il Giappone si è impegnato a fornire 1,6 miliardi di dollari per aiutare iracheni e siriani sfollati nei campi profughi nei paesi vicini di Turchia, Libano e Giordania. Perché i veri profughi non fanno viaggi, si spostano nei paesi vicini per poi tornare una volta finita la guerra.

Secondo Al Jazeera America, 810 milioni di dollari saranno destinati a fornire aiuto finanziario per i rifugiati, mentre altri 750 milioni saranno investiti per i programmi volti a riportare la pace in Medio Oriente e Africa.

“Il Giappone vorrebbe contribuire modificando le condizioni che danno origine al problema dei rifugiati”, ha dichiarato Abe, secondo il quale “la causa di questa tragedia è la paura della violenza e del terrorismo e il terrore della povertà. Il mondo deve collaborare in modo di trovare per loro un modo per sfuggire dalla povertà”.

Vox

Nel 2014, secondo quanto ricorda The Guardian, il governo giapponese ha accettato solo 11 delle 5.000 domande di asilo ricevute. Per il quotidiano progressista britannico, il è tra le nazioni ad alto reddito meno accoglienti in tema di rifugiati, con Russia, Singapore e Corea del Sud.

Forse non è un caso, che rimanga ad ‘alto reddito’.

“È un problema di demografia“, ha spiegato Abe. “Direi che prima di accettare gli immigrati o rifugiati, abbiamo bisogno di avere più attenzione per le donne e gli anziani, e dobbiamo aumentare il nostro tasso di natalità. Ci sono molte cose che dobbiamo fare prima di accettare gli immigrati”.

Secondo il professor Mordecai George Sheftall, un docente americano dell’Università di Shizuoka: “affrontare l’immigrazione di massa – e gli adattamenti multiculturali che comporterebbe necessariamente nella vita giapponese – come mezzo per risolvere l’incombente crisi demografica del Paese è qualcosa che rasenta il sacrilegio“. Se qualche esponente politico nazionale lo pensasse, andrebbe incontro a un “suicidio politico”.

Da noi no. Perché tanto non passa dalle elezioni. Vero Renzi?