Vienna accusa Budapest di ‘nazismo’: perché non accoglie i clandestini

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Dall’inizio dell’anno 181.014 clandestini, tutti islamici, siriani, ma in prevalenza afghani e pachistani in fuga da guerre inesistenti, hanno assalito la frontiera dell’Ungheria.

Ma per i media di distrazione di massa, Orban è un ‘nazista’, perché difende i propri cittadini dall’invasione islamica.

Intanto, Budapest ha iniziato a costruire un blocco anche al varco ferroviario, “porta di accesso” nel Paese per migliaia e migliaia di invasori islamici, che aggirano la barriera passando dai binari.

E qui arriva la ridicola accusa di Vienna, che evoca il nazismo, solo perché gli ungheresi non si sono bevuti il cervello e venduti il di dietro ai globalisti, come i governi austriaco e tedesco.

Ovviamente, il governo ungherese ha reagito, ed è scontro diplomatico: il ministro degli esteri ungherese ha convocato l’ambasciatore austriaco per protestare contro le parole del cancelliere austriaco che, giustamente, ha definite “totalmente indegne di qualsiasi leader europeo del 21esimo secolo”.

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Martedì 15 settembre è invece prevista l’entrata in vigore delle nuove norme che prevedono l’arresto di chi entrerà illegalmente nel Paese e condanne fino a tre anni di carcere.

La costruzione del muro procede grazie all’opera delle decine di detenuti schierati dal governo.

“Mettere i rifugiati sui treni suscita ricordi del periodo più buio del nostro continente”, ha vaneggiato il cancelliere austriaco Werner Faymann, alludendo alle deportazioni naziste. E ancora: Budapest “si comporta irresponsabilmente” quando afferma che i migranti “arrivano per ragioni economiche”.

Ora: dove li metti, migliaia di clandestini, sulle carrozze trainate da cavalli? Non è che chiunque porta altri su un treno ‘è nazista’.

La reazione dell’Ungheria non si è fatta attendere: “Parole indegne di un leader europeo del 21mo secolo” ha replicato il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, pronunciate da chi “crea solo false illusioni per i migranti” e rende “più difficile una soluzione europea” alla crisi. Szijjarto comunica di aver convocato l’ambasciatore austriaco “per avere spiegazioni”.