Fa affari coi profughi: deroga a numero ospiti

Vox
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BINANUOVA — Un anno e mezzo fa erano in 18 gli immigrati ospiti a spese nostre, presso la locanda Maremmano Bianco, ora sono 50 e voci danno per imminenti altri arrivi.

Lunedì 31 agosto si è tenuta un’assemblea pubblica indetta dal primo cittadino e dal suo gruppo, in cui si è discusso delle problematiche di ordine pubblico legate alla presenza di una cinquantina di ospiti presenti all’interno delle sei stanze dell’albergo di Binanuova. «Il Comune — spiega il primo cittadino — non sa con precisione chi ci sia esattamente sul territorio comunale, ma 50 immigranti su 400 residenti sono tanti. Stamattina (martedì 1, ndr) dalla Prefettura ci è stato assicurato che non ne arriveranno più ma, comunque effettueremo una raccolta firme da allegare ad una mozione che verrà approvata in consiglio in cui si obbligherà i privati intenzionati ad affittare abitazioni, a chiedere il consenso al Comune. Installeremo poi un sistema di videosorveglianza a tutela dei cittadini».

Molti residenti hanno espresso le proprie preoccupazioni e «la paura nel frequentare il paese, soprattutto nelle ore notturne».

Molte testimonianze: papà preoccupati nel fare uscire di casa i bambini in bicicletta, giovani donne che hanno paura nel fare la propria passeggiata quotidiana, chi parla di ingiustizia sociale nei confronti dei residenti: «L’altro giorno — racconta una giovane donna — ero in piazza e stavo rientrando dalla mia passeggiata, mi sono trovata di fronte ad un gruppo di tredici persone e ho avuto paura. Parlano una lingua che non conosco e si mettono a ridere mentre mi osservano. Per fortuna il mio vicino stava uscendo con la macchina e ha aspettato che entrassi in casa».

«Sul ponte per Seniga — racconta un altro cittadino — me li sono trovati in bici in mezzo alla strada in piena notte, senza luci o altro. Per fortuna andavo piano, ma se succede qualcosa poi di chi è la colpa?».

«Se un privato affitta le case agli immigrati visto che è una situazione di emergenza, gli vengono concesse deroghe. Se noi chiediamo un aiuto non viene mai concesso».

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Glauco Bitonte, proprietario e gestore della locanda del Maremmano Bianco si difende: «Facciamo tutto alla luce del sole e seguiamo le regole che ci vengono date dalla Prefettura».

«La capienza massima — spiega Bitonte — è di circa 30 posti letto, ma essendoci in atto un’emergenza, in accordo con gli uffici prefettizi, ne ospitiamo una cinquantina».

Quindi la prefettura gestisce – oltre al bordello di Padova, al covo di spacciatori di Cesenatico e a quello degli sgozzatori di Mineo – un hotel che ospita quasi il doppio dei ‘clienti’ che potrebbe ospitare un normale locale. L’illegalità assurta a normalità.

«Noi prendiamo 34 euro al giorno a persona, un euro in meno degli altri centri in provincia».

«La prefettura mi aveva chiesto un anno e mezzo fa la disponibilità ad accoglierne una decina e non mi è sembrata una cattiva idea. Il guadagno è davvero scarso, anche perché cerchiamo di dare loro il meglio che possiamo e la massima disponibilità. Però ho perso tutta la clientela locale».

Affarista.