Famiglia italiana di 5 persone sfrattata: case ai profughi (finti)

Vox
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Succede nella Toscana di Rossi,  dove la giunta Pd ha dato l‘ok per l’acquisto di circa 200 case per i sedicenti profughi da parte della Regione Toscana. A Prato. O Plato.

La famiglia, composta da cinque persone, ha bussato a tutte le porte possibili ma ad oggi senza risultato.

“Andremo a dormire in Palazzo comunale, oppure in macchina – dice Tiziana Pollara – oppure salirò su un tetto per protesta. Chiedo solo un aiuto perché ne ho realmente bisogno e ci metto la faccia perché non abbiamo nulla di cui vergognarci.

Lo sfratto è fissato per dicembre, sotto Natale.

La famiglia di Tiziana Pollara, 38 anni, sposata e madre di due figlie di 14 e 8 anni, resterà senza casa.

Lo sfratto già in programma per lo scorso gennaio è slittato a fine anno grazie alla buona volontà e alla sensibilità del proprietario, non certo del Comune o della Regione.

“Dicembre è vicino – dice Tiziana – ho paura perché non so cosa sarà di me, di mio marito, delle mie figlie e di mia suocera. Dove andremo? Cosa faremo senza più una casa”? La famiglia vive in una colonica a San Giorgio. Un insieme di abitazioni che lasceranno posto ad altro: “Per questo la proprietà, una volta scaduto il contratto di locazione, non lo ha rinnovato” spiega la donna. Un colpo per tutti. “Mia suocera vive qui da quarant’anni ed è difficile per lei accettare un futuro diverso – spiega Tiziana – però il proprietario ci è già venuto incontro concedendoci di restare ancora un anno, ma dicembre arriva presto e abbiamo bisogno di un’alternativa”. Che ad oggi non c’è ancora. “Ho chiesto aiuto al Comune, ci siamo messi nelle mani degli assistenti sociali, abbiamo parlato con l’assessore, abbiamo bussato a tutte le porte possibili – racconta con la voce rotta dall’emozione Tiziana – nessuna soluzione per noi. Ci è stato detto che non possiamo accedere alle case popolari perché prima di noi ci sono le famiglie a reddito zero e che dovrei fare io? Licenziarmi? Lavoro e porto a casa 900 euro al mese, tolte le spese resta poco e niente. Mia suocera ha una piccola pensione e con quella paga l’affitto e il poco che rimane serve ad onorare altri obblighi. Mio marito è disoccupato da tre anni, ha cercato e continua ancora a cercare lavoro ma le uniche risposte sono ‘le faremo sapere’. Vorrei solo che il Comune ci aiutasse, che anche per noi ci fosse una possibilità così come è per i tanti stranieri che arrivano in cerca di una vita migliore. Non dico che non sia giusto aiutarli, ma le famiglie italiane in difficoltà come la mia chi le aiuta? E le famiglie a reddito zero che hanno la precedenza come fanno a pagare l’affitto? Io almeno un reddito, seppur piccolo, ce l’ho e potrei far fronte alla spesa per una casa popolare anche se solo in minima parte”. La famiglia paga 250 euro di affitto al mese e trovare una sistemazione allo stesso canone è praticamente impossibile. “Mi dicono di prendere un’altra casa in affitto. E dove la trovo? – dice Tiziana – non possiamo permetterci affitti alle stelle. Mi dicono allora che mi daranno un contributo a fine anno, ma l’affitto va pagato tutti i mesi. Mi hanno proposto una sistemazione per me e le mie figlie, e invece mio marito e mia suocera? E poi che si fa, si divide una famiglia invece che tenerla unita? Ho fatto domanda per un alloggio d’emergenza e mi è stato risposto che non ce ne sono”. Tante le difficoltà che Tiziana è costretta a sobbarcarsi ogni giorno: un lavoro e per arrotondare le faccende di casa quando qualcuno la chiama, l’aiuto dei vicini, il sostegno del Centro di ascolto, la generosità di chi conosce la sua situazione. “A volte anche un grazie mi sembra poco – dice – ma a chi mi dà una mano non ho altro da offrire che un sincero ringraziamento. Chiedo aiuto al Comune, fino a oggi tante parole ma nessun fatto”. A dicembre cosa succederà? “Mi legherò sotto il palazzo comunale, oppure andrò a dormirci dentro con la mia famiglia, oppure dormiremo tutti in macchina, o salirò su un tetto o su un campanile per protesta. Mi hanno già detto che non servirà a niente. E allora che devo fare? Che dobbiamo fare se nessuno ci aiuta? Vi prego, dateci la possibilità di un futuro normale”.

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Aldo Milone di Prato libera e sicura commenta la vicenda : “Dopo l’ennesima notizia che riguarda una famiglia che subirà uno sfratto a fine dicembre e non sa dove andare a dormire nei giorni successivi – scrive il consigliere comunale – la rabbia aumenta non
solo in me ma credo in tutte le persone dotate di un minimo di buon senso.

In quest’ultimo mese, al caso in questione bisogna aggiungerne almeno altri 3: una signora, gravemente malata, con dei cani che dovrà poi portare al canile, e altre due persone che vivono tra ospedale e sotto qualche ponte.

Queste situazioni spezzano il cuore e contemporaneamente fanno aumentare una rabbia quando si vengono a leggere notizie come l’acquisto di circa 200 moduli abitativi, ossia case mobili, da parte della Regione Toscana per un costo di circa 300.000 euro per i profughi che dovranno arrivare in Toscana.

E non credo di poter essere tacciato di razzismo solo perché evidenzio questa enorme discrepanza di trattamento tra i profughi e gli italiani che vivono in un’auto o sotto qualche ponte.
Penso e ritengo – aggiunge Milone – che le emergenze siano simili, solo che per i profughi si accelera qualsiasi procedura mentre per gli italiani l’iter burocratico diventa una sorta di girone infernale.

Visti i casi ormai quotidiani di cittadini italiani in difficoltà e privi di abitazioni, mi chiedo perché il presidente della Regione non stanzi la stessa cifra per affrontare le emergenze alloggiative dei pratesi e dei toscani in generale.

Lo stesso sindaco Biffoni si è compiaciuto con Rossi per questa spesa e non ha mica chiesto allo stesso Rossi di spendere la stessa cifra per i suoi concittadini in difficoltà.

Purtroppo, ed è un dato assodato, le emergenze abitative dei toscani, ma in generale degli italiani, sono state accantonate perché sia il Governo che gli enti locali hanno stabilito che la priorità è indirizzata verso l’accoglienza dei profughi”.

Chissà se a Bergoglio avanza un appartamentino tra quelli affittati ai sedicenti profughi islamici.