Treni toscani in balia degli africani: sciopero

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CAMPIGLIA – Sono diventati off-limits i treni sulle tratte toscane. Dopo lo stupro, protagonista un senegalese, c’è stata un’ondata di aggressioni. L’ultima l’altro giorno sul treno delle 7,45: quello dei vu cumprà.

Tanto che i ferrovieri della Toscana hanno proclamato lo sciopero per sabato 29, contro le aggressioni di immigrati africani a bordo dei convogli e nelle stazioni: due i casi verificatisi mercoledì 26 e giovedì 27 in Toscana nei confronti di capitreno, uno a Campiglia Marittima e l’altro a Firenze.

Lo sciopero, organizzato da Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti (tutte impegnate nel difendere gli sbarchi di chi poi pesta i ferrovieri), in programma dalle 9 alle 16:59 e riguarderà il personale mobile, delle biglietterie, dell’assistenza e della protezione aziendale.

“Le organizzazioni sindacali toscane – si afferma in una nota – denunciano che il fenomeno delle aggressioni al personale ferroviario e diventato una emergenza che nessuno si può; permettere di ignorare. Da anni denunciamo tale situazione in tutte le sedi possibili, sia aziendali che istituzionali assistendo a continui rimpalli di responsabilità e competenze”.

Da anni parlate bene dell’immigrazione, inutile lamentarsi degli effetti.

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Il treno veloce Pisa-Roma delle 7,45 (ma non solo) è il carro bestiame dei venditori ambulanti abusi delle spiagge toscane e laziali. Sacchi sudici in spalla e niente biglietto in tasca. Ogni giorno la stessa storia. Lo sa la Polfer, lo sa Trenitalia. Lo sa Rossi. E nessuno fa nulla.

Nell’ultima aggressione, il capotreno, Maurizio Iarnone, che si è permesso di controllare il biglietto a un extracomunitario è stato aggredito.

L’africano, costretto a scendere a Campiglia, ha tirato un pugno a tradimento al controllore. Poi un altro. Braccia, labbra. I suoi compari, per finire, lo hanno anche minacciato di non avvertire le forze dell’ordine. Una giornata di violenza africana. Che fa coppia con l’aggressione di mercoledì sera a Firenze: al binario 10, alle 18,30, da dove doveva partire il Freccia Argento per Udine, un ferroviere addetto al controllo dell’accesso ai binari dell’Alta velocità è stato preso per il collo e colpito più volte da uno straniero.

Ridicolo il viceministro socialista ai Trasporti, Riccardo Nencini, quello che ci porta 1.000 abusivi africani al giorno, e non capisce dove vanno a finire: «Bisogna agire in prevenzione e arginare un problema ormai preoccupante che riguarda la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori. È necessario prevedere una maggiore vigilanza ed estendendo il sistema del controllo dei biglietti in stazione, prima di salire sul treno, già applicato nelle grandi città».

«Lavorare sui treni è sempre più pericoloso – attacca il Cisl segretario Franco Fratini – e ora il problema va affrontato in maniera straordinaria. Invece istituzioni e forze di polizia fanno poco per la tutela dei lavoratori. Mentre in Europa l’accesso all’Alta Velocità è controllato con scanner, metal detector e forze dell’ordine, a Firenze si discute da mesi, senza concludere niente, se in stazione è possibile installare dei varchi in plexiglas per controllare gli accessi ai binari».

Sarebbe meglio rimandare a casa gli africani, invece di militarizzare i treni. Perché il problema sono loro. Solo loro.