Spacciatore condannato a ‘restare in Italia’: la sera mangia dal vescovo, il giorno spaccia

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L’assessore alla Sicurezza del Comune di Padova, Maurizio Saia, racconta una storia per la quale dobbiamo ringraziare le depenalizzazioni del governo Renzi.

Sul suo profilo Facebook, parla Abdelaziz B.B., tunisino di 43 anni, domiciliato a Cadoneghe, arrestato martedì, in via Bixio a Padova, dopo essere stato sorpreso a spacciare hashish ad un 32enne di Camposampiero. Spacciano morte. Con la complicità di un governo ladro e criminale. E abusivo.

“Tre giorni fa un tunisino in piazzale Stazione mi ha aggredito verbalmente (e qualcosa di più) – racconta l’assessore – pretendeva non lo fissassi con lo sguardo. Muso a muso gli ho spiegato che ero a casa mia, io, e lo guardavo quando mi faceva comodo. Si è formato un capannello di immigrati e indigeni che volevano vedere come andava a finire – continua – è finita che dopo dieci minuti (ero lì da solo) sono arrivati alcuni agenti della Squadra investigativa della polizia locale, presenti dall’altra parte del piazzale, che hanno portato in centrale il tunisino per accertamenti”.

“Era un lurido spacciatore – incalza – che aveva un decreto di espulsione, ma, siccome era stato condannato, doveva prima scontare la pena: l’obbligo di non lasciare la città e di una firma al giorno dai carabinieri di Cadoneghe. Nel frattempo, il resto della giornata continuava a spacciare, obbligava a prostituirsi un paio di drogate dell’area del PP1 e andava a rifocillarsi a pranzo e a cena da Suor Lia (Leggi). Sembra una barzelletta – coclude – ma questa è l’Italia di oggi”.

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Incredibile. In pratica, la condanna era invece un premio.

L’immigrato in questione, è stato poi arrestato il giorno dopo. E’ stato infatti beccato all’imbocco di via Bixio, a cedere 5,76 grammi di droga. Lo stupefacente è stato sequestrato, assieme al telefono cellulare, in possesso del nordafricano, e a 67 euro, provento dell’attività illecita.

Il giudice ha convalidato l’arresto del 43enne, condannandolo alla pena di 8 mesi di reclusione, tramutati, anche stavolta, in obbligo di firma, e al pagamento di 1.600 euro di multa.

“Purtroppo manca la certezza della pena e questi arresti durano solo un giorno – aveva commentato Saia – e il lavoro dei nostri agenti viene così vanificato”.

Uno schifo. Questi sono gli effetti delle leggi targate Renzi.




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