Udine: dilaga la Malaria, + 100% dall’anno scorso

Vox
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UDINE – La Serracchiani lo ha detto, “nessuna emergenza immigrazioe”.

Ma intanto dilaga la Malaria a Udine, portata proprio dai suoi ‘cari’ (perché costosi) finti profughi pakistani e africani.

Dopo anni di numeri prossimi allo zero nella casellina dei casi registrati, ormai la malaria in Friuli non solo è tornata, ma i casi sono sempre più frequenti.

Oltre 85 i pazienti che sono stati curati al Santa Maria della Misericordia di Udine negli ultimi tempi, con un trend in netta ascesa.

Lo si legge in uno studio effettuato dalla Clinica delle Malattie infettive assieme alla Microbiologia: dopo una lieve flessione lo scorso anno, il 2015 sta segnando nuovi record.

«Il 70 per cento dei pazienti che contraggono la malaria è costituito da stranieri e solo per il 30 per cento da friulani», lancia l’allarme il direttore della Clinica malattie infettive dell’Azienda ospedaliero universitaria Matteo Bassetti.

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Si tratta soprattutto di immigrati che arrivano dal continente africano. Spesso però sono gli stessi immigrati che vivono qui da lungo tempo a contrarre la malattia: questo perché la Malaria si diffonde sì, solo attraverso la ‘puntura delle zanzare’, ma se concentri gli infetti in una zona, la diffusione dell’epidemia è più semplice: le zanzare hanno più infetti da dove ‘prelevare’ la malattia.

Il serbatoio del parassita è infatti costituito dagli individui infettati in maniera cronica. E chi meglio degli africani?

La malattia è infatti altamente diffusa in Africa, Sud-Est asiatico, Asia meridionale, medio-oriente, Europa dell’Est, America centro-meridionale, Sud Pacifico. Tutte zone di provenienza dei ‘migranti’.

I vettori sono zanzare del genere Anopheles.

E non è vero, come millantano gli esperti prezzolati, che “non esista alcun rischio di contagio per la popolazione locale”, proprio per quanto scritto sul ‘serbatoio’.

Infatti, più immigrati fai arrivare da zone colpite, più è probabile raggiungere il ‘numero critico’, oltre il quale i portatori della malaria danno vita ad un focolaio epidemico.