Treviso: il business ‘profughi’ con nomi, numeri e indirizzi

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TREVISO – Sono ormai più di mille, i sedicenti profughi nella Marca. La metà è gestita con il bando varato a suo tempo dalla prefettura. Il resto viene ‘accolto’ con l’affidamento diretto: procedura illegale motivata con la situazione di emergenza, come ribadisce una determina dell’ex prefetto Maria Augusta Marrosu.

E’ stata pubblicata una mappa che raccoglie alcuni dei centri gestiti dalle coop e da altre associazioni (tra le quali una di senegalesi!). Sono incluse le convenzioni stipulate con associazioni, coop, privati, e gli atti di urgenza. I numeri dei finti profughi – e le cifre erogate a coop e privati (il costo per i contribuenti) – sono però molto provvisorie e parziali. Perché ne arrivano sempre di più.

trevisoprofughi

Ma riguardano solo 287 dei mille finti profughi presenti in provincia.

Attualmente: 150 profughi alla Caritas Tarvisina, 130 alla coop Integra-Ceis, 120 alla coop Servire, meno di 50 in carico ad Hilal, 40 alla Casa Rosa alle Stiore, 20 alla coop Codess, 10 alla coop Casa per l’Uomo, 15 all’Alternativa, altri 30 fra Caritas Vittorio Veneto e un’altra dozzina di privati. Siamo a poco meno di 600. Cui vanno aggiunti i circa 400 ospitati alle ex Serena.

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La mappa contiene anche referenti, indirizzi, estremi, riferimenti di chi ospita i migranti nella nostra provincia. Si va dal business bergogliano – Caritas, in primis la Tarvisina e quella della Diocesi vittoriese – poi le coop del PD come la Servire o l’Alternativa, la bellunese Integra (al Ceis di Vittorio), ma anche i privati (Casa Rosa, l’affittacamere alle Stiore). E poi fanno affari gli immigrati: Abdallah Kerzaji, leader della comunità marocchina e la sua società Hilal, e poi l’Associazione Senegalesi in Italia.

Incredibile: li importano e poi li paghiamo per ‘ospitarli’.

Si va da ex ville come quella di via Verdi a Treviso, al grattacielo di via Pisa, alle strutture recettive, al Ceis vittoriese.

Fuori da questo contesto, sia per modalità che per prezzi, sia per pubblicità e trasparenza sul sito – il centro hub all’ex caserma Serena, dove sono accolti circa 400 migranti, con le gestione affidata alla coop Xenia. Affidata a termine proprio, perché la società toscana con sede a Grosseto ha ottenuto la gestione dell’ex complesso militare – con la formula dell’affidamento diretto, la procedura con cui la prefettura di Treviso si è riservata di agire in situazioni di emergenza. Tutto nacque a Paese e Quinto, a luglio, oltre un mese fa. E da 32 giorni la coop Xenia si è insediata all’ex caserma, dove fornisce tutti i servizi, per un controvalore facilmente calcolabile: 30 euro al giorno, per migrante più Iva, dunque siamo oltre i 10 mila euro al giorno, sopra i 300 mila euro al mese, e a fine dicembre 2015, se non scenderà il numero dei migranti, a una cifra vicina a 1,2 milioni. di euro.

Intanto, per Treviso e provincia, Renzi e il PD hanno pronti altri 300 clandestini. Coop, immigrati e Vaticano esultano.