Onu dimezza razioni alimentari per i profughi cristiani

Vox
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BAGHDAD – Mentre i galoppini di Governo e Vaticano raccattano giovani maschi africani in Libia, per poi sperperare miliardi nel loro mantenimento in hotel, i veri profughi muoiono di fame.

Infatti, per i quasi tre milioni di iracheni cristiani e yazidi che hanno abbandonato le proprie case e continuano a spostarsi all’interno del paese, la situazione umanitaria continua ad aggravarsi: molte persone già vivono senza accesso a cibo, acqua e senza un riparo. E ora, il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) ridurrà la quantità di cibo che fornisce a quasi un milione di sfollati in Iraq.

“Sfortunatamente, la mancanza di fondi e l’aumento del numero degli sfollati iracheni – ha detto il Rappresentante e Direttore del WFP in Iraq, Jane Pearce – ci costringe a ridurre la quantità della razione alimentare che forniamo a decine di migliaia di famiglie che vivono al di fuori dei campi. Ci rendiamo conto che le famiglie che vivono al di fuori dei campi versano in difficili condizioni – ha aggiunto – ma abbiamo dovuto prendere questa difficile decisione per garantire, con le risorse disponibili, il nostro supporto ai più vulnerabili finché non riceveremo altri fondi”.

Incredibile. Questi sono veri profughi, e di loro se ne fregano Vaticano e Renzi: perché non sono un business da 35 euro a testa per coop e Caritas.

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Le persone che ricevono voucher alimentari hanno visto ridursi il valore del sostegno che ricevono da 26 dollari a 16 dollari. Il WFP ha ora dimezzato la quantità della razione alimentare che distribuisce mensilmente, portandola dall’80 per cento al 40 per cento del fabbisogno giornaliero di una famiglia. Le famiglie che vivono all’interno dei campi, le quali non hanno accesso a opportunità di lavoro, continuano, invece, a ricevere ancora l’intero ammontare delle razioni.

Il 40% delle famiglie non ha abbastanza cibo. Le famiglie che vivono al di fuori dei campo dicono che la riduzione delle razioni significa per loro dover acquistare più alimenti nei negozi e, secondo le valutazioni sullo stato di vulnerabilità condotte dal WFP, due famiglie di sfollati su cinque (il 40 per cento) non hanno abbastanza cibo o denaro per tali acquisti. “Metà della razione alimentare non è sufficiente per la mia famiglia, perciò sono costretto a comprare gli alimenti che mancano, e ciò dipende dalla possibilità o meno che ho di trovare lavoro e guadagnare soldi”, ha detto Waleed Fadel, padre di sette figli.

Quasi 3 milioni di iracheni hanno abbandonato tutto. Tali riduzioni sopraggiungono in una fase critica per quanti sono sfollati a causa del conflitto. Quasi tre milioni di iracheni hanno abbandonato le proprie case e continuano a spostarsi all’interno del paese. Mentre la situazioni umanitaria continua ad aggravarsi, molte persone vivono in condizioni precarie senza accesso a cibo, acqua e senza un riparo. Il WFP è finanziato interamente da contributi volontari di governi, aziende e cittadini. Nell’ultimo anno, i contributi generosi della comunità internazionale hanno consentito al WFP di estendere massicciamente le proprie operazioni, portando l’assistenza da 240.000 iracheni sfollati dal conflitto a 1,8 milioni di iracheni nei 18 governatorati del paese nello stesso anno.

Immaginate: respingere i clandestini africani in fuga da guerre inesistenti, tipo i senegalesi e i ghanesi, per dare da mangiare ai veri rifugiati che di fame stanno morendo. Questo sarebbe cristiano. E questo non verrà fatto: perché non rende. E perché di cristiano, in Vaticano, è rimasto solo il nome.