Non bastassero gli agguati finanziari UE, e i tradimenti di Tsipras, la Grecia si ritrova alle prese con un’altra emergenza, ancora più grave: l’invasione deli finti profughi islamici.
Dopo l’assalto alla polizia e agli automobilisti a Kos, ieri sull’isola di fronte alla Turchia sono sbarcati altri gruppi di invasori, ma solo uno sparuto numero di poliziotti a dar man forte alla sguarnita pattuglia di stanza in loco. Non ci sono soldi.
La situazione, a Kos come nella vicina Lesbo rischia di evolversi in un bagno di sangue. Ci sono 7mila giovani maschi islamici in una piccola isola di 30 mila abitanti: sovvertimento demografico in un mese.
Ma non basta. Volano gli avvoloti: «Siamo molto preoccupati per come sta evolvendo la situazione a Kos», ha affermato Brice de le Vingne, nobile decaduta a capo dell’équipe dei famigerati Medici senza frontiere, come a Calais e nel Mediterraneo fornisce sostegno ai clandestini favorendo l’invasione. Come se gli Unni avessero ricevuto cure mediche gratis da folli romani rimbambiti da troppo benessere.
Secondo i fanatici di MSF, è grave che i clandestini siano stati trasferiti dalla polizia nello stadio, per allontanarli dalle aree pubbliche della città. Infatti, dicono, la struttura «non offre servizi igienici, ombra né riparo», ha denunciato alle agenzie la dottora, «sempre di più la polizia usa la forza contro queste persone vulnerabili e quella che prima era inazione è diventata un abuso di stato. La grande maggioranza delle persone che arrivano qui sono rifugiati in fuga dalla guerra in Siria o in Afghanistan».
Certo, come no. Sono vulnerabili:
La situazione sull’isola di Kos nelle ultime settimane è gravemente peggiorata: a luglio sono arrivati sull’isola 7 mila clandestini (su una popolazione di 30 mila abitanti e in piena stagione turistica), il doppio rispetto a giugno.
Poco prima dell’alba sono sbarcati su una spiaggia nella zona di Psalidi altri due gommoni colmi di islamici. Sempre ieri, una motovedetta della guardia costiera italiana che partecipa a una missione di vigilanza della frontiera europea ha portato a riva una cinquantina di persone raccattate in mare dopo aver legato uno all’altro diversi gommoni stracarichi.
Andiamo a raccattarli anche in Grecia! Fanatici!
L’Agenzia per i Rifugiati delle Nazioni Unite, la demenziale Unhcr, ha parlato di risposta «totalmente vergognosa» da parte di Atene, in quanto gran parte di coloro che sono sbarcati sulle isole dell’Egeo orientale sono stati costretti a dormire all’aperto senza poter disporre nemmeno dei servizi igienici.
In Grecia si muore di fame. Letteralmente. Non c’è posto per finti profughi che pagano migliaia di euro per fare pochi chilometri in gommone. Con quei soldi, un pensionato greco vivrebbe bene per mesi.
Un pensiero su “L’invasione islamica dell’isola di Kos: ora 1/3 della popolazione è islamica”
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