Profughi nelle liste di collocamento al posto degli italiani

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C’è, ad esempio, il caso di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, dove è atteso l’esito della procedura per il riconoscimento della residenza, presso il Ceis, di 3 sedicenti profughi. L’iter è alla conclusione. Se sarà ‘positivo’, analogo percorso sarà intrapreso da numerosi altri clandestini. Con effetti devastanti.

Il certificato dà diritto, ad esempio, ad entrare nelle liste di collocamento. Un’ipotesi che ha fatto tremare, fra l’altro, il mondo sindacale vittoriese, in testa Loris Dottor della Cgil. «Non so proprio quale sarà la reazione dei lavoratori italiani che iscritti, magari da tempo, alle liste di collocamento, non riescono comunque a trovare un impiego».

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E lo stesso avverrà in tutta Italia. Era questo, l’obiettivo, fin dall’inizio: un esercito di riserva con residenza in hotel, che potrà sostituire i lavoratori italiani accettando stipendi da fame, visto che tanto noi forniamo vitto, alloggio e benefits vari: i cosiddetti profughi servono a deprimere il costo del lavoro. A ridurre le ‘pretese’ dei lavoratori italiani.

Siete contenti, elettori del PD? Tornate a leggere Marx, invece dei giornaletti.