La dura vita dei “profughi” in hotel sul mare – FOTO

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Un altro hotel a Termoli (CB) Molise sul lungomare nord, a circa 30 metri la spiaggia.

Come potete vedere hanno tolto la insegna sul fianco della struttura, che prima funzionava per i turisti.

Gli ospiti, tutti maschi aitanti e ben nutriti, tipico di coloro che fuggono da guerre e fame inesistenti, si sollazzano tutto il giorno sul lungomare all’aria fresca senza pensieri, con i loro smartphone nuovi.

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Un’altro è alla finestra a godersi la vista mare.

Bella vita essere mantenuti a gratis in attesa di ricevere l’asilo politico, quando noi italiani per avere 15 giorni all’anno di ferie dobbiamo lavorare 12 ore al giorno, per tutti i santi giorni dell’anno e senza che nessuno ci regali qualcosa. Tartassati, umiliati e beffeggiati da uno sgoverno di abusivi. Noi italiani non ci possiamo permettere l’albergo e per prendere un pò di sole facciamo i pendolari. Anche io voglio essere mantenuta così.




2 pensieri su “La dura vita dei “profughi” in hotel sul mare – FOTO”

  1. 4. Perché hanno l’I-phone, se sono poveri?
    Ormai é assodato, su questo pianeta ci sono sette miliardi di telefonini, cioé uno per ogni abitante della Terra.
    A maggior ragione, nei paesi Mediorientali, lo Smartphone ha raggiunto lo
    „status“ di accessorio indispensabile alla sicurezza: col telefonino sono stati filmati gli abusi delle polizie nei paesi delle primavere arabe e i massacri dell’Isis,
    e lo Smartphone viene ritenuto ormai un investimento indispensabile per la fuga da un luogo di guerra, insieme ad un paio di scarpe robuste ed al „biglietto“ con gli scafisti.
    Con uno Smartphone i fuggitivi possono mantersi in contatto ed avvisarsi se, per esempio, é in arrivo una pattuglia di terroristi dell’ISIS.
    In altri termini, un telefonino salva loro la vita,
    anche perché si puó scaricare una cartina geografica per orientarsi nel deserto, usare una bussola, tradurre un cartello/una comunicazione.
    In molti mercati del mondo la Apple applica dei forti sconti ai nuovi acquirenti che scambino l’I-phone vecchio con uno nuovo. Milioni di I-phone di seconda mano vengono rivenduti in tutto il mondo e finiscono cosí in possesso di cittadini Mediorientali.
    Traduz. di Vincenzo Maria Gennarini di un articolo di Armin Wolf e del Falter /Vienna

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